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Antonio Campo Dall’Orto lancia Rai Academy: il piano di formazione per i dipendenti Rai

Un piano triennale che prevede lo stanziamento di ben 15 milioni di euro, per tenere costantemente aggiornati i professionisti della tv pubblica: a illustrare il progetto è l’amministratore delegato, che parla di una Rai da costruire su meritocrazia e competenze, oltre che sul binomio tradizione/innovazione (leggi alla voce Baudo-Santoro).
A cura di Valeria Morini
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Un investimento pari a 15 milioni di euro in tre anni. È l'ambizioso progetto di Rai Academy, presentato dall'amministratore delegato Antonio Campo Dall'Orto: si tratta di una scuola di formazione per tenere costantemente aggiornati i professionisti che lavorano nel servizio pubblico, di cui lo stesso Campo Dall'Orto riferisce i dettagli in un'intervista rilasciata al Messaggero.

Lanciamo un grande piano di formazione per tutte le persone che lavorano in Rai. La prima cosa che un’azienda deve fare è aggiornare professionalmente le persone. Non è sufficiente dire: veniteci dietro. Negli ultimi dieci anni, o forse di più, non c’è mai stato un progetto così ampio e di cambiamento come Rai Academy. In che cosa consiste, praticamente? Verrà fatta una formazione teorica e ci assoceremo alle maggiori università italiane e in prospettiva anche straniere, oltre che sulle strutture che già abbiamo come la scuola di Perugia sia sul lavoro. Faremo da un lato una formazione molto diffusa, e dall’altro lato una formazione più specialistica e di alto livello. In un triennio, crediamo di arrivare, con i due tipi di formazione, fino alla metà della popolazione che lavora in Rai.

Rai Academy: un piano di 3 anni

"Per rimanere forti, bisogna riuscire ad essere costantemente aggiornati. Noi miriamo a fare emergere, attraverso questa iniziativa fondamentale, tutto il valore che c’è nell’azienda. Rai Academy servirà a formare anche le Persone che stanno in video. Riguarderà tanti mestieri. La somma di competenze e meritocrazia è la base di tutto questo progetto", continua l'AD Rai, spiegando che, una volta mappate le competenze da qui a dicembre, verrà avviato "il piano triennale di formazione", nel quale verranno investiti "5 milioni di euro all’anno".

Su Baudo e Santoro: "Uniamo tradizione e innovazione"

Nell'intervento sul quotidiano romano, il dirigente Rai ha risposto alle critiche sulla scelta di far tornare nella tv pubblica Pippo Baudo come conduttore di Domenica In e un altro personaggio storico come Michele Santoro. Non è una Rai per giovani? Non la pensa così Campo Dall'Orto: "Tradizione e innovazione devono camminare insieme. La nostra missione è quella di essere un servizio pubblico universale, che parla a tutti. A chi non ci segue ma anche al nostro pubblico tradizionale: l’innovazione non deve dimenticare l’inclusione".

Sui talk show: "Più immagini, meno parole e politici"

Infine, sul declino del modello talk show (la cancellazione di "Ballarò" è stata una scelta piuttosto discussa).

I talk show si sono consumati anche per eccesso di auto-referenzialità. Nella Rai della prossima stagione ci saranno più immagini fuori, e intendo dire più immagini del Paese reale, e meno scontro di parole. Più reportage e meno politici che parlano tra di loro, in un contesto che non facilita la comprensione da parte dei cittadini. Noi, alla luce di tutto questo, stiamo cercando di capire se esiste una nuova formula, più attrattiva, di talk show per raccontare la nostra società.

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