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Antonino Cannavacciuolo: “Apro il mio ristorante perché devo far lavorare 200 persone”

Antonino Cannavacciuolo racconta a Fanpage.it la decima edizione di MasterChef Italia, la prima registrata durante la pandemia di coronavirus: “Gli autori sono stati bravi a farne un punto di forza, abbiamo un solo obiettivo: portare un sorriso a chi sta davanti alla televisione”. E sulla riapertura del suo Villa Crespi: “Io come posso apro perché devo far lavorare 200 persone”.
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Ieri sera ha di nuovo riaperto la cucina di MasterChef Italia. La decima edizione del talent culinario di Sky prodotto da Endemol Shine Italy è cominciata su Sky Uno e Now Tv e andrà in onda, come di consueto, ogni giovedì oltre ad essere sempre disponibile on demand, visibile su Sky Go e in streaming su NOW TV. È stato il miglior debutto degli ultimi cinque anni con 1 milione e 203 mila spettatori medi.

Antonino Cannavacciuolo ha commentato le novità della nuova stagione a Fanpage.it, la prima realizzata durante la pandemia e nel rispetto dei protocolli vigenti: "Gli autori hanno trasformato un punto nero per tutti in un punto di forza". Tra le novità più interessanti, le selezioni su Zoom, ennesimo contatto che il programma trova con la vita reale: "Siamo entrati davvero nelle cucine delle persone. È una cosa che fa famiglia". E sulla grande intesa che c'è con Bruno Barbieri e Giorgio Locatelli: "Siamo tre professionisti, tre persone che arrivano alla convocazione un quarto d'ora prima, tre persone che mangiano insieme, che scherzano insieme. Non c'è chi ti pugnala alle spalle". Inevitabile un passaggio sulla sua principale attività, Villa Crespi, che da martedì ha potuto riaprire i battenti: "Dovevo farlo perché devo far lavorare 200 persone. Ma i ristoranti stellati seguivano i protocolli anche prima della pandemia. Ma dobbiamo stare calmi, parlare poco e fare tutti i bravi in questo momento". 

Chef, ieri sera è cominciata la decima edizione di Masterchef Italia. Come è andata la prima stagione durante la pandemia?

In cuor mio credevo che il Covid a dicembre fosse stato già sconfitto, invece siamo ancora qui a parlarne ed è una cosa molto brutta. Ma c'è stata una forza in più per questo. Gli autori hanno fatto un grandissimo lavoro. Da un punto così nero per tutti, siamo riusciti a farne un punto di forza.

Abbiamo visto per la prima volta le prove via Zoom. È l’ennesimo punto di contatto del format con la vita reale? Quali aspetti umani sono venuti fuori quest’anno?

Noi non conoscevamo davvero niente dei ragazzi, prima. Facevamo delle domande particolari per capire di più sulle persone quando ce li avevamo davanti. Ma da quest'anno siamo entrati nelle case dei ragazzi con videochiamate a sorpresa. E da lì abbiamo cominciato a parlare con loro, abbiamo visto le loro cucine, le loro abitudini. È una cosa bellissima questa perché viene fuori l'importanza del cibo, della tavola e del suo rituale. È una cosa che fa famiglia e che fa crescere le persone.

A prescindere dalle solite cose che si dicono sulla sinergia tra i giudici, a prescindere dai nomi, l’impressione è che nell’ultimo anno il format abbia fatto un cambio di passo. Forse tre è davvero il numero perfetto per portare avanti questo programma?

Il numero è sempre perfetto solo se c'è veramente quella sinergia. Possiamo essere in tre, in quattro o in cinque, ma se non c'è amicizia e intesa non c'è nulla. In genere, c'è chi fa vedere che ha una bella faccia e poi alle spalle e a telecamere spente, ti pugnala.

E in questo caso?

In questo caso, c'è grande intesa. Siamo tre professionisti, tre persone che arrivano alla convocazione un quarto d'ora prima, tre persone che mangiano insieme, che scherzano insieme. Questo è quello che voi vedete fuori, ma la sinergia c'è anche alle nostre spalle: con gli autori, con il regista, l'ispettore di studio, il direttore di produzione. C'è un clima bello e sereno e questa è la forza della decima edizione. C'è una coesione pazzesca con un solo obiettivo: portare un sorriso a chi sta davanti alla tv.

Fra le location anche il Lago d’Iseo e Crespi d’Adda, il villaggio industriale patrimonio dell’UNESCO, riconosciuto per il suo valore architettonico e storico.

Non voglio anticipare troppo, ma vi dico solo che scopriremo qualcosa di fantastico. È una cosa unica che abbiamo in Italia. Quando abbiamo finito di registrare la prova di quella puntata, io sono andato dagli autori per fargli i complimenti e dirgli: "Avete davvero le palle". Quella prova vi farà capire tutta la bellezza di MasterChef Italia.

Da martedì siete di nuovo aperti a Villa Crespi. 

Io come posso apro. Nella vita devi darti un pizzico sulla pancia e pensare a tenere la luce accesa. Dovevo farlo perché devo far lavorare 200 persone.

Il mondo della ristorazione è stato il più colpito dalla pandemia. Eppure siete stati i primi a rivoluzionare completamente i vostri spazi per far fronte ai protocolli e alla richieste del Governo.

Per quanto riguarda il protocollo, il mondo stellato è un mondo di alta cucina. Il protocollo noi lo abbiamo sempre fatto tutti i giorni. Entrate e uscite sono separate. In una stanza da 70 metri quadri io ci metto quattro tavoli. Gli stessi bagni hanno ingressi separati: chi sale va in ascensore, chi scende prende le scale.

E quindi?

Bisognerebbe un attimo essere tutelati, almeno noi che facciamo ristorazione di lusso. Però, sono argomenti che possiamo tirare fuori solo quando saremo a bocce ferme, quando tutto sarà finito. Solo allora ci sediamo tutti al tavolo e capiamo cosa dobbiamo fare. Oggi, in questo momento, dobbiamo stare solo tutti calmi, parlare poco, ascoltare e fare e i bravi. Ognuno deve stare al proprio posto, senza fare proteste particolari.

Chef, l'anno si chiude con San Gennaro che non ha fatto il miracolo. Da napoletano che pensi?

Eh…(ride, ndr) sai quando hai fatto una bella torta di m…? Abbiamo messo proprio la ciliegina. Pure San Gennaro ha detto che quest'anno non è cosa. Dobbiamo passare direttamente al 2021.

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