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Anna Marchesini torna a teatro: “Siamo tutti orfani di attenzioni e di rapporti”

Anna Marchesini torna in scena al Teatro Piccolo di Milano dopo sei anni di assenza dalle scene con lo spettacolo “Cirino e Marilda non si può fare”, nel quale racconta anche la solitudine del protagonista, che è poi quella di un’intera società “super tecnologizzata e globalizzata”.
A cura di Eleonora D'Amore
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L'abbiamo vista l'anno scorso a Che tempo che fa, dall'amico Fabio Fazio, l'unico al quale ha voluto affidare i suoi pensieri e le riflessioni più profonde sulla sua malattia. L'abbiamo vista energica e ironica come sempre, nonostante le difficoltà motorie e di articolazione del linguaggio, con gli occhi vispi di chi non si è mai arreso. L'abbiamo vista scherzare su se stessa, su ciò che le ha accaduto e godere così del suo ottimismo, quello che probabilmente l'ha sostenuta in tutti questi anni di lavoro e di lotta. Torna adesso Anna Marchesini, dopo quasi sei anni di assenza dalle scene, e porta a teatro Piccolo di Milano lo spettacolo  "Cirino e Marilda non si può fare". La storia di un professore in pensione, dall'esistenza piatta e monotona, è al centro della sua opera teatrale, come ha raccontato al Corriere della sera:

La storia del povero pensionato è simile a tante altre: lui non vive ma si lascia vivere senza capire neanche il perché. E' uno che non ha. Sono quelle vite che scorrono piane, senza scosse, senza sogni né desideri…ma basta uno scivolone oppure una inaspettata carezza, o un incontro speciale, insomma una minima increspatura dell'ordinarietà e la vita può cambiare direzione.

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Anna Marchesini parla di speranze e di solitudine, una solitudine che a suo dire ormai appartiene ad una società divorata da una vita virtuale poco tangibile: "Quella che viviamo tutti in questa società numericamente molto affollata, iper stimolata, super tecnologizzata e globalizzata, ma alla fine risulta solo la somma di tante solitudini". […] "Ci ritroviamo orfani di attenzioni, di rapporti interpersonali, di un confronto con l'altro. […] Io rifuggo da iPhone, iPad, web persino dai computer. Stare davanti allo schermo mi dà l'ansia, mi fa venire caldo, basti dire che non uso nemmeno la macchina da scrivere, i miei libri li scrivo a penna. Non sono e non voglio essere aggiornata, non voglio conoscere i segreti di internet, io sono una donna del Novecento, anzi direi a cavallo tra ‘800 e ‘900. Non ho voglia di imparare questo genere di comunicazione che non comunica nulla. Desidero morire senza sapere nulla".

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