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Andrea Camilleri, ultime interviste tv: “Vorrei morire lasciando figli e nipoti in un mondo di pace”

Alla scomparsa del grande scrittore siciliano, è più che mai importante andare a riascoltare le ultime parole pronunciate nelle interviste televisive rilasciate a Che tempo che fa pochi mesi prima della morte. “Una volta avevamo più cuore”, ha ricordato Camilleri, intervenendo sulla questione migranti e sull’ondata di odio che sembra non arrestarsi. Manifestando rabbia, ma anche fiducia nell’umanità.
A cura di Valeria Morini
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Mentre l'Italia piange la scomparsa di Andrea Camilleri, è impossibile non pensare alle sue dichiarazioni rilasciate nelle ultime interviste rilasciate in televisione a Che tempo che fa. Nell'ottobre 2018, lo scrittore intervenne in collegamento con Fabio Fazio per parlare del suo spettacolo "Conversazione su Tiresia", lanciando un appello contro l'odio e la violenza imperanti, soprattutto nei confronti di chi viene considerato "diverso". Un invito attualissimo e quanto mai urgente a considerare l'importanza delle parole:

Io oggi non vedo, ma purtroppo sento ancora. Non ho bisogno di vedere in faccia chi pronuncia certe parole. In questo momento è una fortuna essere ciechi. Non vedere certe facce ributtanti che seminano odio, che seminano vento e raccoglieranno tempesta. Stiamo perdendo la misura, il peso, il valore della parola. Le parole possono trasformarsi in pallottole, bisogna far cessare questo vento dell'odio atroce. Perché l'altro è diverso da me? L'altro non è altro che me stesso allo specchio. Abbiamo perso i valori.

La speranza nei giovani

Al contempo, dall'alto dei suoi 93 anni, lo scrittore manifestò una fiducia nelle giovani generazioni, oltre al desiderio di un futuro più roseo per la sua famiglia: "La mia profezia? Non voglio essere pessimista. Da quando non vedo, tutto mi è più chiaro: vorrei morire sapendo di lasciare i miei figli, nipoti e pronipoti in un mondo di pace. Spero molto nelle generazioni giovani, non disilludetevi". Oltre alla moglie Rosetta Dello Siesto, Camilleri ha lasciato tre figlie, quattro nipoti e due pronipoti (l'intervista completa è nel video in basso)

L'appello sui migranti

Di nuovo, l'autore siciliano era intervenuto brevemente durante Che tempo che fa anche a febbraio 2019, in occasione dell'intervista a Francesco Scianna per il film tv "La stagione della caccia" tratto da un suo romanzo. In quel caso, lo scrittore replicò alle polemiche generate dall'episodio di Montalbano “L’altro capo del filo”, incentrato sul tema dell'immigrazione. Ai tweet offensivi di parte del pubblico, Camilleri rispose così:

Le riflessioni su Montalbano e i migranti le ho accolte con stupore. Non c'è nulla che possa suscitare sdegni nel mio romanzo. Ho semplicemente raccontato quello che succedeva qualche anno fa nella mia Porto Empedocle, quando la Guardia Costiera portava lì centinaia di migranti raccolti in mare. Se questa è polemica non so che fare, questa è cronaca, è Storia. Forse una volta avevamo più cuore. Porto Empedocle è un porto aperto, accogliente.

La fiducia nel genere umano

Non sapevamo, allora, che l'intervento da Fazio sarebbe stato il commiato dalla televisione per il grande scrittore. Per questo, le sue ultime parole vanno rilette e riascoltate, come monito per il futuro: "Non solo l'Italia. Mi preoccupa il mondo. Forse qualche studioso può dirci perché il mondo sta ruotando al rovescio. Ancora qualche anno e si rischia di tornare all'età della pietra. Ma ho una fiducia sconfinata nell'uomo e nella donna. Credo che l'umanità riuscirà a uscire bene da qualsiasi situazione. Il sapere, chi ce l'ha lo deve seminare come si semina il grano. Il sapere non è un'élite, ma l'uso quotidiano. Quando avverrà saremo veramente uomini sulla terra".

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