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Ancora problemi per Auditel: “Nel nuovo campione anche chi lavora in televisione”

Stando ad un’indiscrezione di Repubblica, tra le nuove famiglie campione recrutate da Nielsen ci sarebbe anche quella di un dipendente di una nota emittente televisiva, il che prefigurerebbe un chiaro conflitto di interessi: “È come se pregassero un tifoso della Roma o della Lazio di arbitrare il derby della Capitale”.
A cura di Andrea Parrella
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Lo "scandalo" Auditel di poche settimane fa, quello che portò all'oscuramento temporaneo dei dati Nielsen da parte dell'azienda che quotidianamente si occupava della divulgazione di questi ultimi, è stato un fatto che ha riguardato più gli addetti ai lavori che i telespettatori interessati alla programmazione televisiva. Eppure quanto è accaduto alla fine di ottobre, quando ci si rese conto che i dati Auditel rischiavano di essere inquinati a causa dell'emergere di alcuni nomi di famiglie facenti parte del campione, ha rischiato seriamente di mettere a repentaglio la credibilità di rilevazioni che sono la principale ragione sulla quale si basano i prezzi di uno spazio pubblicitario televisivo.

Dopo due settimane di stop alle pubblicazioni dei dati e di agitazione, la Nielsen aveva annunciato nomi rinnovati per l'assegnazione del panel e, soprattutto, un aumento del campione di rilevazione che potesse rappresentare, in maniera più esaustiva, la varietà di gusti televisivi della popolazione. Si chiama super panel e alle 5 mila e più famiglie campione preesistenti dovrebbero aggiungersene, entro agosto 2016, almeno altre 10mila. Ma pare che anche questo nuovo raggruppamento sia stato inquinato, questa volta per questioni di potenziale conflitto di interessi. Stando a quanto riporta Repubblica infatti, tra le famiglie campione sarebbe stata selezionata quella di un "noto, qualificato collaboratore di una televisione di punta". Questo significa che, ipoteticamente, il suddetto, peraltro ricompensato dall'azienda con buoni premio di quaranta euro l'anno, potrebbe favorire la sua azienda tenendo accesi i televisori di casa sua costantemente sulla sua emittente. Prosegue Repubblica: "È come se pregassero un tifoso della Roma o della Lazio di arbitrare il derby della Capitale". Come è giusto e saggio che sia il soggetto alla fine rifiuterà di entrare in Auditel per non trovarsi, suo malgrado, in pieno conflitto di interessi televisivo. Viene sempre più da chiedersi della trasparenza, attendibilità e utilità dell'Auditel ai nostri tempi.

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