Alessandro Cattelan a Fanpage.it: “Con il pubblico della Rai sarà un appuntamento al buio”
Ci siamo. Il chiacchiericcio generato dal suo distacco da Sky dopo dieci anni di onorato servizio cede il passo all'ufficialità della sua nuova avventura: Alessandro Cattelan sarà su Rai1 con il programma Da Grande, due serate evento prodotte da Fremantle che andranno in onda domenica 19 e 26 settembre. Tanti gli ospiti della prima puntata: Luca Argentero, Antonella Clerici, Carlo Conti, Paolo Bonolis, Marco Mengoni, Il Volo, Elodie e Blanco, il fenomeno del momento. Fanpage.it ha raggiunto il noto conduttore ai margini della conferenza stampa di presentazione e ha raccolto le sensazioni a caldo di questo adrenalinico esordio sulla prima rete della tv di Stato.
Come sta avvenendo questo passaggio da Sky a Rai?
Tutto bene oggi, l’estate invece è stata un po’ travagliata perché c’era tanto lavoro da fare ma era tutta teoria. In più, sono venute a mancare le certezze che avevo maturato in un posto dove ho lavorato dieci anni. Adesso che siamo entrati in studio, e potendo toccare le cose con mano, la tensione è notevolmente scesa.
Il distacco da Sky è stato più indolore di quanto pensassi?
Non pensavo sarebbe stato traumatico, anche perché è un cambiamento cercato, avvenuto molto tranquillamente, ci siamo lasciati bene. È diverso: essere a Sky è nuotare in una grande piscina dove chi hai a fianco ha pagato un abbonamento, qui in Rai invece è mare aperto.
In conferenza sei stato associato più volte a Fabrizio Frizzi. Ti ci rivedi?
Penso che il paragone fosse umano più che professionale, il che mi fa ancora più piacere. Fabrizio Frizzi non l’ho mai conosciuto di persona ma ci scrivevamo perché è stata una persona molto gentile e generosa con me. Attraverso quei messaggi era palese che essere umano fosse.
Da conduttore di un canale Pay per View, come vedi il pubblico della generalista?
Da un certo punto di vista ha grandi pro: sono di più, sono più variegati, c’è più possibilità di interagire e di sorprenderli. Anche perché, essendo nuovi, tanti non mi hanno mai visto e questo da un lato è un rischio, mentre dall’altro c’è il fascino della conquista. È un blind date, un appuntamento al buio, bisognerà capire se gli piaccio.
Mia madre non ti conosce ma è incuriosita dal prodotto, come glielo spiego?
È tua mamma, spiegaglielo tu che la conosci e sai quali corde toccare per convincerla a guardare il programma (ride, ndr). Sarà un varietà in cui si balla, si canta, si gioca, si improvvisa e si tenta di strappare qualche riflessione, puoi dirle questo.
Hai avuto come ciceroni in questo passaggio Carlo Conti e Antonella Clerici: il consiglio più prezioso di entrambi?
Antonella mi ha consigliato di lasciar vedere la parte più autentica di me, quella che dedico ad amici e conoscenti. Carlo mi ha detto di stare tranquillo, che c'è chi arriva in Rai e viene "testato" ma non è il mio caso. Mi ha consigliato di non pensare di stare facendo qualcosa da cui dipenderà il futuro. “Preoccupati di fare bene” ed è quello che farò.
Due anni fa in un'intervista per EPCC mi hai detto che, semmai ti avessero convocato, Sanremo sarebbe stato la tua notte degli Oscar. È ancora così?
Sì è sicuramente una tappa importante. Nessuno può fare questo lavoro pensando che Sanremo non lo sia.
A Coletta piacerebbe tu facessi l’Eurovision, a te ?
L’Eurovision è l’evento più visto al mondo insieme al Super Bowl, vien da sé l’importanza di ciò che rappresenta. Tutto quello che io ho fatto nella mia carriera, dai grandi eventi di MTV agli Awards, mi avvicina a questo mondo. È una macchina che conosco perché è lì che sono nato, quindi sicuramente sarebbe un’esperienza bella da fare.
Un curiosità: in questo passaggio da Sky alla Rai, penso avrò letto una sola intervista da te rilasciata. E, in generale, anche in passato non mi hai mai dato la sensazione di essere particolarmente predisposto a uscire sui quotidiani. Questa tua reticenza deriva dal mezzo o da una tua volontà di stare lontano dai riflettori una volta spente le telecamere?
Entrambe le cose, un po’ da me e questo è un tema che toccheremo in Da Grande. Penso che la gente parli troppo e spesso quando nessuno gli domanda niente. C’è una specie di tossicodipendenza da opinioni dalla quale cerco di prendere distanza, evitando di diventare parte del problema. Inoltre, le interviste in presenza, dove si può sentire il mio tono e capire le mie intenzioni, mi fanno stare più tranquillo rispetto quelle fatte al telefono. Siccome dò molta fiducia alle persone con cui parlo e mi restituisco con la dovuta leggerezza, quando le vedo scritte mi sembrano sempre delle forzature e va a finire che puntualmente mi pento di averle fatte.
A stretto giro, c'è un altro appuntamento che ti aspetta. "Una semplice domanda" arriverà a fine 2021 su Netflix e si presenta così: "Qual è la formula della felicità?". Ci dici la tua?
Non ne ho idea. Il programma parte proprio da questo, dall’ingenuità con la quale mia figlia mi fece questa domanda e io risposi che mi faceva felice la felicità sua e di sua sorella, scaricando su di loro il barile. Il fatto che ci abbia messo così tanto a trovare una non-risposta mi ha fatto venire l’idea di farne una docu-serie. E se ci pensi, è una domanda di una banalità sconcertante, se l’è fatta l’umanità intera, da Schopenhauer, Aristotele, Muccino…l’incipit non è niente di che, spero di averla resa almeno divertente nello svolgimento.
Però il tuo cane Marino Bartoletti un po’ ti rende felice, dì la verità.
Beh sì, soprattutto la mattina quando mi viene a leccare la faccia.
Questo esordio è stato molto commentato, evitiamo di parlare per un attimo e diamoci un saluto fattivo: rito scaramantico da fare prima di entrare in scena?
In tv c’è il merda merda merda…
Sì però è verbale…
Ah lo vuoi fisico? Allora, uno vero e proprio non ce l’ho perché non sono molto scaramantico, ma quando qualcuno mi dice “in bocca al lupo” io rispondo sempre “crepi il lupo” e appena si gira mi dò una toccata ai maroni.
Beh allora: in bocca al lupo!
Crepi il lupo! (Mano non pervenuta, ndr)