Alessandro Borghese ricorda i giorni del Covid: “Piango in silenzio, questa solitudine è il male”
Alessandro Borghese racconta i giorni alle prese con il Covid-19 in un podcast per il Corriere della Sera. Lo chef, volto del programma televisivo 4 ristoranti, è stato alle prese con il coronavirus a marzo: non ha accusato sintomi gravi e ha avuto la fortuna di vivere il periodo di convalescenza in casa anziché in ospedale, eppure è stata un'esperienza difficile e terribile, alle prese con una solitudine deprimente.
La mancanza dalla moglie e dalle figlie
Ne parla come di un "viaggio all'inferno", Borghese, che racconta i lunghi giorni passati in quarantena in una stanza, lontano dalla moglie Wilma Oliverio e dalle loro figlie Alexandra e Arizona, di 9 e 5 anni. Racconta del caffè con i disegni delle figlie lasciato dietro la porta, i contatti con la moglie solo via telefono, le difficoltà a dormire, il dolore fisico dovuto al Covid. E, soprattutto, la devastazione psicologica.
Ho sete. Voglio quella bottiglia d’acqua, ma non riesco ad aprirla: mi fa male la schiena, il braccio, la mano, le dita, la lingua. Non ci riesco. (…) Sono sempre solo. Chiuso su questo piano, l’ultimo di casa, quello dedicato proprio alle mie bimbe… quanto mi mancano. Sto male. Piango in silenzio, questa solitudine è il male. Voglio mia moglie. Voglio abbracciare le mie bambine, respirarle. Che giorno è? Decimo, mi conferma il dottore, che quotidianamente mi visita, è la febbre è andata via.
La perdita di gusto: "Sono all'inferno e questo è il contrappasso"
Insomma, il virus è un trauma per tutti (figuriamoci per chi ha passato un periodo in ospedale). Lo chef figlio di Barbara Bouchet ha dovuto fare i conti con uno dei sintomi più comuni, la perdita di olfatto e gusto: ogni cibo aveva un sapore metallico, gli odori erano spariti. Un vero choc, che Borghese paragona al contrappasso di dantesca memoria, per lui che ha fatto della cultura gastronomica la sua ragione di vita. Solo pochi giorni prima di Pasqua ha scoperto di essere negativo al Covid e ha potuto riabbracciare i suoi famigliari.
Il gusto deve essere allenato ed educato per dire di conoscerlo appieno e poterci fare affidamento. Il Covid-19 me l’ha tolto di colpo… Pam, così! Anni di viaggi, di erbe spontanee, di frutta, di verdura, di pesce, di carne, in giro per il mondo, nelle vigne ad assaggiare il vino… Dov’è finito l’olfatto? L'odore? Il vino, adoro il vino. (…) Sono all'inferno e questa è la mia pena del contrappasso.