Alberto Angela sul Coronavirus: “Le analisi si fanno alla fine, per ora seguiamo solo gli esperti”
Il discorso che Alberto Angela ha sentito di fare agli italiani durante lo Speciale Porta a Porta – L'Italia unita ce la farà ha toccato un punto nevralgico di questa emergenza Coronavirus: l'attendibilità delle informazioni e dei dati che circolano ormai da settimane. "Sono un uomo di scienza, non un virologo, vi posso dire che è alla fine che si fanno le analisi, per il momento dico a tutti di seguire le norme e le precauzioni che ci indicano gli esperti". Il videomessaggio mandato in onda da Bruno Vespa ha posto l'accento su questo e sull'enorme lavoro che stanno svolgendo all'interno di tutti i presidi medici, gli ospedali e i reparti di terapia intensiva. Un abbraccio a distanza anche, e soprattutto, alle famiglie che hanno perso una persona cara, al di là del relativizzare le morti in base all'età anagrafica o al quadro clinico compromesso con il quale sono entrati in terapia intensiva:
Buonasera a tutti,
non è facile commentare quello che sta accadendo io non sono un virologo ovviamente, sono un uomo di scienza, e quindi lascio agli esperti, persone che ne capiscono molto più di me in materia, le disposizioni da prendere e i commenti da fare. Io, da uomo di scienza, vi posso dire che è alla fine che si fanno le analisi, per il momento dico a tutti di seguire le norme e le precauzioni che ci indicano gli esperti. Però alcune cose le vorrei dire: innanzitutto sono molto vicino a chi ha perso un caro, perché è vero si dice che sono persone in là con l’età, degli anziani….ma no, sono degli ex giovani, sono delle mamme, dei papà, dei nonni, che hanno seguito la crescita di tante persone e hanno lasciato un grande vuoto. Persone, i familiari, che sono rimaste sole. Così come a coloro che sono in quarantena, in isolamento, e poi il mio pensiero va soprattutto a chi in questo momento è in prima linea, in trincea, per combattere la diffusione di questo virus. E mi riferisco a chi è sul territorio, a chi è nei presidi, negli ospedali, nei reparti di terapia intensiva, di rianimazione, degli infettivi e bisogna ricordare che spesso lavorano in condizioni molto difficili perché hanno semmai dei colleghi già in quarantena, i turni saltano, le famiglie proprio non le vedono, e lavorano con grande professionalità e soprattutto con grande altruismo. Ricordate che queste sono persone che non hanno chiesto di essere lì in quel momento ma sono stati colti da questa situazione all’improvviso. E non hanno mollato.