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Agostino Penna vincitore di Tale e Quale: “Ho suonato ai matrimoni di David Bowie e Tina Cipollari”

Agostino Penna, il vincitore di Tale e Quale Show, si racconta in una lunga intervista su Vanity Fair, nella quale racconta la sua carriera ricca di esperienze totalmente diverse tra loro che lo ha portato a lavorare con Maria De Filippi, con Lucio Dalla e ad esibirsi al matrimonio di David Bowie, ma anche di Tina Cipollari. Insomma, un artista a tutto tondo che ha dimostrato la sua bravura nel talent condotto da Carlo Conti, tanto da aver generato nuovamente l’interesse del mondo televisivo e musicale.
A cura di Ilaria Costabile
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Agostino Penna è stato il vincitore della settima edizione di Tale e Quale Show, il programma campione d'ascolti condotto da Carlo Conti su Rai1. Il musicista si è distinto fin da subito per le sue abilità canore, immedesimandosi perfettamente nei vari personaggi che ha dovuto interpretare in questo percorso, da Lucio Dalla a Dionne Worwick, fino ad arrivare a Fausto Leali che l'ha consacrato campione della prima fase del programma, prima della partecipazione al Torneo dei Campioni. In una densa intervista rilasciata a Vanity Fair, Agostino Penna si racconta e spiega come è riuscito a vincere il talent e ripercorre a ritroso la sua carriera.

Il rapporto con Lucio Dalla

Un artista a tutti gli effetti, che ha dimostrato di essere particolarmente versatile e la sua bravura gli ha consentito di interpretare vari personaggi, ma la sua carriera musicale può vantare delle collaborazioni di tutto rispetto con grandi musicisti e cantautori, sebbene uno dei motivi per cui è particolarmente ricordato è per aver inventato il jingle di Uomini e Donne, quel motivetto incalzante che ormai è entrato nell'immaginario di tutti: "Lo comprendo, non mi dà fastidio, anzi, a volte mi fa sorridere. Lavorare con Maria De Filippi spicca di più rispetto ad altre cose che ho fatto, ma mi ha spinto anche a dimostrare al grande pubblico quello che potevo fare", afferma il musicista. Eppure uno dei suoi più grandi amici fu Lucio Dalla che, in qualche modo, fu il suo mentore colui che lo scelse per il ruolo di Caravadossi nell'opera Tosca-Amore Disperato e Agostino Penna lo ricorda con nostalgia:

Era un provocatore raffinato e con me si divertiva come il bambino che all’asilo ti nasconde la merendina. All’ultimo mi cambiava la parte perché pensava, in qualche maniera, che gli somigliassi: era un esercizio di stile per esaltare un parte di sé stesso. Quando ho interpretato Lucio ero in una sorta di trans: salito sull’ascensore mi sono ricordato tutto di lui, è stata una penetrazione psicologica. Dopo aver finito di cantare, ho ringraziato di avere gli occhialini scuri che, per fortuna, nascondevano la lacrimuccia. Lucio era un artista in contraddizione, giocava con i chiaroscuri, passava da Attenti al lupo a Caruso, due brani completamente diversi.

Le difficoltà con le case discografiche

Il suo debutto nel mondo della musica arriva però già dall'infanzia, quando a soli sette anni si è esibito per la prima volta in pubblico, incantando il pubblico presente alla festa del paese il suo primo palcoscenico. Agostino Penna non rinnega nulla del suo passato e racconta la sua carriera nella quale si è messo alla prova a 360 gradi: "In tutto il mio percorso, che definire psichedelico è dire poco, sono passato da generi completamente diversi mettendoci sempre lo stesso entusiasmo e la stessa passione, andando a testare i miei limiti personali, forse con una certa presunzione nel voler fare tutto". Il successo ottenuto con Tale e Quale Show lo ha portato di nuovo sotto le luci della ribalta, destando l'interesse di varie case di produzione, le stesse che negli anni precedenti avevano fatto fatica ad inquadrarlo in un genere preciso e che non si erano spese per supportare la sua ascesa professionale, come racconta il musicista:

Dopo Tale e Quale mi stanno arrivando richieste di partecipazione a diversi programmi televisivi e, una di queste, mi vuole come pianista che accompagna altri colleghi. È una cosa che mi sta facendo pensare: arrivati a questo punto, occorre avere una direzione, me lo dicevano le case discografiche che negli anni Novanta non riuscivano a identificarmi e a mettermi in una casella. A un certo punto si parlava di me a Sanremo e si stava programmando di mettere su un gruppo che si sarebbe ispirato ai Pooh e che mi avrebbe visto come il Roby Facchinetti della situazione. Alla fine non se ne fece niente perché la famiglia di Bigazzi era completamente assorbita dal gestire il successo di Tozzi, di Masini e degli altri. Io, poi, ero il cantante americanoide.

Dal matrimonio di David Bowie a quello di Tina Cipollari

Agostino Penna non si è fatto davvero mancare nulla, il suo talento è sempre stato apprezzato, tanto da essere scelto come artista da far esibire durante un evento così importante e significativo come il giorno del matrimonio ed è indicativo come lo abbiano voluto in quel giorno personaggi così diversi, come David Bowie e poi Tina Cipollari. Il vincitore del talent di Rai1 ci scherza e spiega che, in fondo, suonare rappresenta quasi una missione:

Fa parte di quel gioco sottile del fare cose diverse, è la stessa filosofia. Quando sono al pianoforte e ho davanti un microfono è come se diventassi Don Chisciotte, con un’armatura che vince la timidezza e renda la musica protagonista. Una cosa che è accaduta con Bowie, con Tina, al Gilda dove ho lavorato per tanti anni: posso andare sull’erba, sulla neve o sugli spilli, ma è come se avessi questo tappetino che mi permette di fare tutto con una certa naturalezza.

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