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Addio a 90°minuto e Sabato Sprint, la Rai taglia il calcio

Secondo il piano d’urgenza del servizio pubblico, che prevede tagli per 94,8 milioni, lo sport in Rai dovrà rinunciare ai diritti in chiaro: scompariranno così trasmissioni storiche sportive e l’unica a sopravvivere sarà la Domenica Sportiva, non senza alcune limitazioni.
A cura di Marianna D Onghia
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la Rai perde i diritti in chiaro sul calcio per il triennio 2012-2015

Come temevano, la crisi del calcio in Rai ha portato i suoi…tagli! Secondo quanto dice La Repubblica a firma di Aldo Fontanarosa, il piano di emergenza del servizio pubblico mieterebbe tra le sue vittime il calcio in Rai. La televisione pubblica così perderebbe i diritti in chiaro per il triennio 2012-2015, dovendo quindi "accontentarsi" di trasmettere sport minori o il campionato cadetto di calcio, che porterebbero il servizio pubblico a risparmiare quegli importanti 21 milioni stimati. A farne le spese saranno trasmissioni come 90° minuto, Sabato e Stadio Sprint (con Enrico Varriale).

Si chiuderebbero quindi programmi storici che per anni hanno trasmesso gli highlights delle partite e commentato le prestazioni di squadre, giocatori, tecnici e tutto quanto concerne il mondo del pallone. La sigla di 90° minuto e i suoi servizi non risuoneranno più sui tre canali della Rai e per coloro che non possederanno abbonamenti alla pay-tv, sarà possibile rivedere le azioni salienti della giornata sportiva solo dopo le 23.30 con la Domenica Sportiva di Paola Ferrari e Gene Gnocchi, che potrà andare in onda solo a tarda ora, così da non prevaricare le emittenti che si aggiudicheranno i diritti in chiaro con interviste e approfondimenti annessi. Proprio i numerosi programmi di approfondimento di RaiSport 1 e RaiSport 2 saranno i diretti destinatari di questi ingenti tagli, che ammontano a 94,8 milioni per l'intero settore televisivo pubblico.

Insomma, gran parte della programmazione dei canali sportivi tematici di casa Rai dovrà essere rivista, a spese del calcio, sport nazionale italiano e a favore di sport giudicati minori o comunque di risonanza mediatica meno ampia rispetto al giuoco del calcio. Da questa manovra spezza-gambe ( dei cronisti e giornalisti di calcio, si intende), ne beneficeranno gli sport con minore attenzione televisiva che avranno ora più spazio sulla tv pubblica, poichè i loro diritti costano meno di quelli calcistici, ma non trarranno niente di buono i telespettatori Rai che non potranno più godere sui canali del servizio pubblico dei riassunti della giornata calcistica. C'è crisi!

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