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Ad Amici 2013 Giovanni Allevi incarna la fragilità del genio

Giovanni Allevi ha spiegato come una forte depressione dovuta a taglienti critiche, abbia dato vita al concerto per violino e orchestra. Il miglior modo per reagire agli attacchi di chi non crede nei nostri sogni è proseguire sulla propria strada. Il successo è sempre la miglior vendetta.
A cura di Daniela Seclì
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L’ospite che ha aperto la quinta puntata del serale di Amici 12 è stato Giovanni Allevi. Il compositore ha raccontato la sua storia, soffermandosi sulle forti critiche che ha subito dai suoi stessi colleghi. Primo fra tutti, Uto Ughi, uno dei più talentuosi violinisti nel mondo, che lo definì “un modestissimo musicista che in altri tempi non sarebbe stato ammesso al Conservatorio”. Allevi ne fu profondamente colpito. Vide in quelle critiche il tentativo di annientare la sua credibilità di musicista. Il suo carattere pacato, però, non gli permise di replicare a tono. Così provò ad incassare quei giudizi. Il risultato fu un blocco della creatività artistica del pianista e uno stato di profonda depressione.

Il suo sogno era quello di riformare la musica classica, ma sulla strada verso il sogno c’erano gli ostacoli eretti da chi era troppo ancorato alla tradizione per dissacrarla con la modernità. La depressione di Allevi, però, non fu una sofferenza sterile. Un giorno si risvegliò con una melodia nella mente, che si trasformò poi in un concerto per violino e orchestra. La reputazione e la stima per Allevi cominciarono a crescere e con loro molte critiche, precedentemente negative, si trasformarono in elogi.

Questo dovrebbe farci riflettere su quanto le persone siano pronte a saltare sul carro del vincitore con la stessa velocità con cui si affrettano a infangare e annientare chi propone qualcosa di nuovo. L’ideale sarebbe avere la stessa capacità di Allevi, di trasformare le critiche in successi. Fanno male, certo, a volte ci portano a dubitare di noi stessi, a rimettere in discussione i nostri progetti, i nostri sogni e le nostre capacità. Ma, in fondo, ci sono solo due modi in cui poter reagire alle critiche, quando hanno il solo scopo di distruggerci. Rispondere a tono e lanciarsi in una polemica sterile e infinita. Oppure fare spallucce, decidere consciamente di ignorarle e continuare per la nostra strada. In fondo si sa, il successo è la miglior vendetta.

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