Abbonati in calo e diritti di Serie A a rischio: “Sky rischia il tracollo”
I segnali di cambiamento ed evoluzione del sistema televisivo arrivano sempre dagli eventi sportivi. Sono questi ultimi, in Italia in particolare il calcio, a muovere e determinare pesantemente gli equilibri e la sostenibilità degli attori in gioco. Succede in Francia, dove Amazon ha messo le mani sul Roland Garros andandosi a sostituire ad Eurosport dopo 27 anni e succede, in modo diverso, anche in Italia, dove i problemi strutturali del sistema calcio e l'ingresso ipotetico di nuovi attori sulla scena potrebbero mettere in seria crisi un colosso come Sky.
Nelle ultime ore Paolo Ziliani sul Fatto Quotidiano ha messo insieme dei dati che fanno emergere il potenziale stato di crisi in cui rischia di ritrovarsi l'azienda. L'emittente satellitare non sembra navigare in acqua tranquille dopo l'investimento dello scorso anno, quando si è aggiudicata i diritti di trasmissione della Serie A per un triennio, non riuscendo ad agguantare l'esclusiva totale, visto l'ingresso di Dazn nella partita dei diritti.
I problemi derivanti da questo stato di cose sono noti, soprattutto per gli spettatori e gli appassionati di calcio, costretti a pagare di più per vedere in sostanza meno partite, e ritrovarsi ad avere a che fare con due differenti piattaforme. Ma Sky, oltre alla multa da 7 milioni dell'Antitrust per pubblicità ingannevole, oggi deve affrontare anche un altro problema, ovvero il calo inatteso e importante di abbonati. Scrive infatti Ziliani che l'azienda si trova attualmente a fronteggiare due difficoltà:
da una parte ha di fronte la Lega Serie A che gli chiede conto del traumatico crollo di audience registratosi nella stagione da poco conclusa (- 31%); dall ’altra deve vedersela col management Usa che a fronte dell’inatteso insuccesso (la missione era inglobare i quasi 2 milioni di abbonati Mediaset Premium, mentre il 36% è sparito e il 15% si è limitato a spendere 10 euro per passare a Dazn) preme con forza per un ridimensionamento dei costi e allo stesso tempo per il mantenimento dei diritti, che restano vitali.
Complesso quantificare il peso della pirateria su questi numeri. I dati relativi al cosiddetto "pezzotto" sono allarmanti e proprio Sky ha più volte sottolineato la gravità che questo virus può avere sul sistema.
L'ombra di Mediapro, Sky rischia di restare senza calcio
Nel frattempo, però, all'orizzonte si intravede la minaccia Mediapro, il colosso che l'anno scorso aveva provato ad aggiudicarsi i diritti di trasmissione della massima competizione nazionale e che sembra pronto a ripresentarsi per l'assegnazione del prossimo triennio, con l'intenzione di creare un canale della Lega di Serie A e occuparsi della realizzazione, distribuzione e vendita dei contenuti. Una proposta è stata già presentata (il consulente di riferimento è Matteo Mammì, ex Sky e nome noto anche per ragioni di gossip, essendo l'oramai ex compagno di Diletta Leotta), con un incasso stagionale che ammonterebbe a 1.193 milioni, 219,7 milioni in più a stagione rispetto a quanto arriva adesso con Sky e Dazn, ovvero 973,3 milioni.
Le possibili conseguenze della crisi
Sky dovrà quindi studiare una strategia per evitare uno stato di crisi che, numeri alla mano, pare conclamato. E che potrebbe portare anche alla messa in discussione di bandiere dell'azienda come Ilaria d'Amico, destinata secondo Il Fatto a una ridimensionamento importante di stipendio in occasione del prossimo rinnovo di contratto: "250 mila euro invece di 1 milione". Ma non è tutto, perché una perdita una eventuale limitazione dell'offerta Sky per i propri abbonati potrebbe portare anche alla chiusura di Sky Sport 24, prodotto di punta dell'emittente dai costi importanti.