Cosa vuoi dirgli a Massimo Ranieri se non “Grazie”?
Che gli vuoi dire a Massimo Ranieri? Che è un personaggio completo, un artista come nessuno, un uomo bionico che a 62 anni dimostra scatti e spunti da ragazzino? Si, e probabilmente non basta per inquadrare quel assoluto talento che è, dotato di una grazia ed una scioltezza anche nell'introdurre gli ospiti che si sono avvicendati in queste tre puntate di "Sogno e Son Desto", il suo terzo one man show nella storia della Rai (lui ci scherza: "Sono come il Presidente, uno ogni sette anni").
Era il suo show ma ha rispettato lo spazio che ha concesso a tutti quelli che sono venuti alla sua festa che, nella serata conclusiva, ha visto salire sul palco Gino Paoli e Stefania Sandrelli, per un momento che i "nostalgici" degli anni '70 hanno gradito non poco. C'è stato l'omaggio a Totò e alla Magnani confezionato in coppia con Nancy Brilli, è arrivata Irene Grandi ma, soprattutto, è arrivato Giorgio Albertazzi, un altro eterno dello spettacolo, 92 anni e non sentirli.
Con Morgan il momento più "alto" dal punto di vista musicale, presentando una versione totalmente riscritta de "O sole mio", sulle note della Danza ungherese di Brahms (il filo logico, volendo, c'é, la canzone fu scritta ad Odessa pensando a Napoli) per poi lanciarsi nel meglio della canzone d'autore degli anni '50/'60: "Io che non vivo più di un'ora senza te", "Resta cu'mme", "Il mondo", "Ritornerai", "Lontano dagli occhi", "Il mio mondo". Una meraviglia.
Peccato per gli ascolti che hanno premiato lo strapotere della Signora della Tv, Maria De Filippi, con "C'è Posta Per Te" che tocca sempre di più lo stile del "ti-piace-vincere-facile". In campo c'erano Marco Mengoni ed Orlando Bloom e tante lacrime in modalità random. La sfida degli ascolti termina 25.94% di share a 18.29% per Maria, lo scarto degli spettatori è di due milioni, 6.026.000 per "C'é Posta per Te" mentre "Sogno e Son Desto" arriva a 4.155.000. Ma la prova maiuscola di Massimo non perde nulla su quanto detto sopra ed grazie a questo tipo di spettacolo che forse, e dico forse, vale la pena compiere il proprio "dovere" di telespettatori. Non di certo per il nonno "Matrix" che danno alla pubblicità.