2.402 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

40 anni di “Candy Candy” in Italia: 5 curiosità sul mitico cartone animato

La serie d’animazione giapponese andava in onda per la prima volta nel nostro Paese il 2 marzo 1980. A distanza di quattro decenni resta un cult (come dimenticare la sigla cantata da Cristina D’Avena?): per festeggiare l’anniversario, ecco cinque curiosità sulla celebre orfanella da conoscere assolutamente.
A cura di Valeria Morini
2.402 CONDIVISIONI
Immagine

Era il 2 marzo 1980 quando "Candy Candy" andava in onda per la prima volta in Italia. Il mitico cartone animato giapponese trasmesso nel nostro Paese fino al 1997, all'epoca era un appuntamento imprescindibile per le bambine italiane. A distanza di 40 anni, resta un vero e proprio cult. Ripercorriamone la storia, con cinque curiosità da conoscere assolutamente.

La trama di Candy Candy

Strutturato in 115 episodi, in onda in Giappone dal 1976, "Candy Candy" racconta la storia di un'orfanella cresciuta nella Casa di Pony insieme all'amica del cuore Annie. Una volta adolescente, viene adottata dalla ricca famiglia Legan e si innamora di Anthony Andrew, che però muore prematuramente. Aiutata da un misterioso benefattore, lo "zio William", viene mandata in un prestigioso collegio londinese dove si innamora del bel tenebroso Terence, con cui vive un amore intenso e contrastato. Allo scoppio della Grande guerra diventa infermiera a Chicago. Il finale italiano fu completamente stravolto, rimontato in modo da da riunire Candy e Terence per un romantico lieto fine. Il finale originale restava in sospeso, mentre nel fumetto Candy si fidanzava con l'amico Albert (il benefattore Zio William).

La curiosità su Candy Candy

1.Il fumetto di partenza."Candy Candy" è tratta da un manga giapponese di genere shōjo disegnato da Yumiko Igarashi e pubblicato nel 1975, a sua volta tratto dall'omonimo romanzo di Kyoko Mizuki. Lo shōjo indica una categoria di manga e anime indirizzati principalmente a un pubblico femminile, a partire dall'età scolare fino alla maggiore età.

2.Le pubblicazioni italiane. Il manga è stato pubblicato in Italia in un'edizione riadattata, censurata e ricolorata, pubblicata da Fabbri Editori in 77 uscite. L'editore decise poi di allungare la serie fino a 326 numeri, con storie inventate e disegnate in Italia. Sempre Fabbri pubblicò anche cinque libri editi solo in Italia nella collana "Il romanzo di Candy Candy", dei quali i primi due si rifacevano alla trama della serie e gli ultimi tre raccontavano vicende inedite. I libri furono scritti da Mariano De Angelis con illustrazioni di Daniele Fagarazzi.

3.Le sigle di Candy Candy. Due sono le sigle che hanno accompagnato la versione italiana del cartone animato. Prima la canzone "Candy Candy", presente sulle reti locali e Fininvest fino al 1989, con musica di Mike Fraser e Bruno Tibaldi, arrangiamento di Douglas Meakin e testo di Lucio Machiarella, cantata dai Rocking Horse (video in alto). Poi "Dolce Candy", con musica e arrangiamento di Carmelo Carucci, testo di Alessandra Valeri Manera, cantata da Cristina D'Avena (video in basso).

4. Le bambole e le figurine. Il successo della serie generò un corposo merchandising anche in Italia. La Panini produsse diversi album di figurine mentre la Polistil, storica azienda lombarda oggi chiusa (il marchio è in mano al gruppo cinese May Cheong Group) fabbricò delle bambole che ancora oggi possono essere acquistate su Internet, con prezzi fino a 180 euro. Un album Panini completo può costare anche 80 euro.

5.Perché Candy Candy non viene più trasmesso in tv? L'affetto dei fan rimasto inalterato porta a chiedersi perché dal 1997 non vengano più trasmesse le repliche del cartone in tv. Purtroppo, si tratta di una disposizione dovuta a una questione di diritti e a una disputa giudiziaria ormai decennale tra le due autrici, la sceneggiatrice Kyoko Mizuki e la disegnatrice Yumiko Igarashi.

2.402 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views