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“Lea” è il servizio pubblico che la Rai spesso dimentica

Il film per la tv di Marco Tullio Giordana completa il ciclo di Rai Uno che, nelle ultime settimane, ha raccontato tre diverse storie di lotta alla criminalità organizzata. Piaccia o no, servizio pubblico è anche raccontare queste storie.
A cura di Andrea Parrella
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Il cinema di vocazione civile è tutto quello di cui avremmo bisogno in Italia. Troppe le storie ancora da raccontare, drammi personali che evidenziano la solitudine in cui molti persone vivono, circondate dal silenzio di istituzioni e cittadini. Quella di Lea Garofalo è una di queste storie, all'apparenza così assurda, che durante il film per la tv di Marco Tullio Giordana andato in onda su Rai Uno ha portato molti che non la conoscevano a domandarsi, increduli, se fosse una vicenda vera oppure no.

Ed è verissima, per quanto impensabile, la vicenda di Lea Garofalo, una donna che per il bene di sua figlia ha scelto di abbandonare ciò che (non) aveva ribellandosi alla ‘ndrngheta in casa sua, alla cultura mafiosa, e chiedere di entrare a far parte del sistema di protezione, prima di essere abbandonata anche dallo Stato, esclusa dal programma per l'insufficienza delle informazioni che la sua collaborazione stava garantendo. Lea Garofalo è stata uccisa dalle persone dalle quali era scappata, quelle da cui è stata inevitabilmente costretta a tornare quando il programma di protezione quella protezione non gliel'ha più garantita. Ed oggi la piangiamo perché, evidentemente, viviamo in un paese in cui non siamo stati capaci di tutelarla, di garantirle la libertà di scegliere il meglio per sé e per sua figlia, Denise, una ragazza che per anni ha vissuto senza sapere se sua madre fosse stata realmente uccisa, o l'avesse abbandonata. Come dice in modo molto più convincente Giulio Cavalli "ancora una volta ci siamo accorti delle dimensioni di un dramma solo quando si è consumato".

"Lea" completa il ciclo di Rai Uno che nelle ultime due settimane ha trasmesso in prima serata tre storie di chi combatte la criminalità organizzata, in tre forme differenti. Tre storie che hanno riscosso grande successo di pubblico, se si pensa ai sei milioni di telespettatori di "Sotto Copertura", gli ottimi risultati di "Questo è il mio paese" e i quattro milioni e più di telespettatori che hanno visto il film di Marco Tullio Giordana. Sebbene sia una cosa rara, è un fatto che la Rai decida di raccontarle queste cose, trattasi di servizio pubblico, che è quello cui è chiamata.

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