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Zachary Quinto: “Confesso di essere gay per frenare i suicidi dei teenager omosessuali”

Il divo Zachary Quinto, famoso per aver interpretato serial tv come Heroes e il prequel di Star Trek, ha annunciato la sua omosessualità con un post sul suo blog personale.
A cura di Simona Saviano
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Zachary Quinto fa outing, il divo di Heroes lo annuncia sul blog

Un nuovo celebre outing nel mondo dello spettacolo: dopo il celebre outing di Tiziano Ferro ecco un altro VIP che dichiara con fierezza la propria omosessualità. L'attore Zachary Quinto, protagonista di numerose serie tv americane di successo, ha ammesso la propria omosessualità con un annuncio. Un outing come tanti altri, magari frutto di una mossa pubblicitaria? Non proprio, visto che fino all'anno scorso Zachary Quinto ha sempre difeso con le unghie la propria privacy sul suo orientamento sessuale.

“ Essere gay e non confessarlo pubblicamente significa non contribuire all'uguaglianza ”
Zachary Quinto
L'indimenticabile protagonista 34 enne Zachary Quinto, per metà italiano e metà irlandese, è sempre stato molto riservato sulla sua vita privata ma oggi a sopresa è arrivato l'annuncio sul suo blog personale. Nella sua carriera ha partecipato a diversi episodi di serie tv: la sua prima apparizione è nel telefilm "24", nel ruolo di Adam Kaufman, un esperto informatico, qualche anno dopo ha interpretato Sasan, un iraniano naturalizzato americano nella sit-com con Tori Spelling dal titolo "So NoTORIous". Nel 2006 arriva il successo con il telefilm Heroes, nel quale ha partecipato in tutte le 4 serie nel ruolo di Sylar, lo spietato serial killer che apriva le calotte craniche delle proprie vittime. Nel 2009 ha recitato nel prequel di Star Trek, interpretando Spock da giovane.

Nel suo coming out sottolinea l'importanza della sua rivelazione perchè vuole contribuire al miglioramento della società:

Quando ho scoperto che Jamay Rodemeyer si è suicidato, mi sono sentito profondamente turbato. E nel momento in cui ho saputo che Jamey aveva girato il video "It gets better" (un progetto a favore delle vittime del bullismo) pochi mesi prima di togliersi la vita mi sono sentito disperato. Io stesso avevo girato il video "it gets better" l'anno scorso sulla scia dei troppi suicidi dei teenager americani che avevano confessato di essere gay.

Alla luce della morte di Jamey ho capito subito che vivere una vita gay senza dirlo pubblicamente non è abbastanza per dare un contributo significativo all'immenso lavoro che serve per raggiungere l'uguaglianza. La nostra società deve riconoscere che non si può fermare il cammino verso l'uguaglianza civile per gay, lesbiche, bisessuali e trans.

I ragazzi non devono più uccidersi perché vittime di crudele bullismo. I genitori devono insegnare ai propri figli i principi del rispetto e dell'accettazione. Siamo testimoni di un cambiamento epocale della coscienza collettiva. Siamo al precipizio di una grande trasformazione della nostra cultura e governo.

Credo nel potere dell'intenzione reale di un cambiamento nel nostro panorama sociale, ed è mia intenzione vivere una vita autentica di compassione, integrità e azione. Jamey Rodemeyer mi ha cambiato la vita, e gli sarò eternamente grato per essere stato uno stimolo, un "catalizzatore". Ora spero di poter dare la stessa spinta ad ogni persona nel mondo. Credo sia un compito che tutti dovremmo chiedere a noi stessi e agli altri.

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