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Vittorio Feltri e l’amicizia con Nadia Toffa nata da un battibecco: “Donna forte e intelligente”

Ospite di Chiambretti, il giornalista ha ricordato la conduttrice delle Iene scomparsa il 13 agosto a 40 per un tumore. Tra i due esisteva un rapporto intenso nato da un’intervista piuttosto accesa. Feltri l’ha ricordata con affetto difendendola dalle critiche: “Parlava della sua malattia perché voleva sconfiggerla”.
A cura di Valeria Morini
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Vittorio Feltri ha raccontato il rapporto intenso che lo legava a Nadia Toffa, nel corso dell'ultima puntata di CR4 – La repubblica delle donne. Pochi, forse, sospettavano che tra il discusso giornalista e la conduttrice de Le Iene morta di cancro a soli 40 anni lo scorso 13 agosto fosse nata un'amicizia. Ospite da Piero Chiambretti il 18 dicembre, Feltri ha definito la collega scomparsa come una “donna particolarmente intelligente”, che “ha sopportato la malattia con grande forza e coraggio”.

Un'amicizia nata da un'intervista accesa

Il rapporto tra la Toffa e Feltri nacque non certo sotto i migliori auspici, con un primo incontro piuttosto acceso e ai limiti della lite: “Ci siamo conosciuti durante un’intervista che lei mi fece per un caso di cronaca. Lei era molto aggressiva nelle domande e io rispondevo con altrettanta aggressività". Nonostante le premesse, da lì si stabilì tra i due un contatto regolare: “Ci siamo sentiti ancora dopo, diverse volte. Abbiamo fatto anche colazione assieme”. Appena dopo la morte di Nadia Toffa, del resto, Feltri l'aveva ricordata come una "cara amica. Non so perché mi è difficilissimo dimenticarla".

Feltri difende la Toffa dalle critiche

Dopo la scoperta della sua malattia, Nadia Toffa ne parlò molto apertamente con il pubblico, raccontando la sua lotta attraverso i social e il libro autobiografico "Fiorire d'inverno". Soprattutto dopo una gaffe in cui per errore definì il suo male come "un dono", divenne oggetto di pesanti critiche che sconfinarono spesso nel cyberbullismo. A questo proposito, Feltri ha difeso la collega comprendendo le ragioni che la spinsero a esporsi sulla sua situazione: “Quando uno è chiuso in camera da letto con la propria malattia ha voglia di parlare, non con la malattia ma della malattia perché ha voglia di sconfiggerla”.

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