Vince lo scrocco cafone di Pio e Amedeo, aspettando il film di Emigratis
Si è conclusa con enorme successo la seconda stagione di Emigratis, format di Pio e Amedeo della seconda serata di Italia 1. La rete giovane del Biscione ha ospitato altre 8 puntate del noto duo comico pugliese e ha raggiunto ottimi dati d'ascolto, anche in prima serata. Facile presagire l'arrivo di un film a breve, visto il grande seguito riscosso sia davanti al piccolo schermo che sui social. Emulazioni, citazioni, veri e propri tormentoni. Gran parte di questa seconda stagione si è trasformata in un enorme ‘trend cafonal', che ha esorcizzato le cattive maniere e il più becero sessismo, avvalendosene. Numeri da capogiro e un prime time da quasi due milioni di telespettatori, che hanno premiato l'idea dei due inviati votati allo scrocco selvaggio.
Abbattute le barriere con il mondo vip, sbeffeggiato e naturalizzato allo stato umano, Emigratis ha rilanciato lo status minus habens ad anello di congiunzione con vite da milioni di euro, ammiccando all'ignoranza per indebolire il confine tra valore e valenza. In un mondo dove la gente va a peso e si misura spesso attraverso i soldi che guadagna, Pio e Amedeo sono diventati i Robin Hood di sé stessi, ‘rubando agli altri per dare a loro'. E il sarcasmo, l'ironia feroce, il paradosso, lo spingersi oltre il limite dell'etichetta fino a generare un irresistibile sensazione di vergogna, hanno fatto sì che l'arte di arrangiarsi contaminasse i privé più ambiti.
Figli illegittimi di Gianluca Vacchi, ‘zoccoli duri' (calzatura diventata ormai marchio di fabbrica) di una tv che si reinventa, Pio D'Antini e Amedeo Grieco sono l'espressione pura di ciò che si propone come intrattenimento, pur essendo tanto altro. Sostenuti a pieno dalla voce del maestro Francesco Pannofino, Virgilio improvvisato di questa comicità surreale a chilometro zero, sono stati i paladini di una folle impresa, volta a ricollocare il concetto di volgarità ben distante da quella del più semplice turpiloquio.
E allora non c'è che da aspettarsi il film di Emigratis, così come fu al tempo per Checco Zalone e per gli Striscianti Ficarra e Picone. Esponenti di una satira record d'incassi, basata sul ‘politically scorrect', come probabilmente direbbero i due cafoni pugliesi, e sulla necessità di destrutturare un sistema inespugnabile con il potere della violazione, della maleducazione e dell'illegalità. Potente il ritorno civile, l'impatto devastante derivato dalla normalizzazione dei peggiori tabù. Un successo a metà tra comicità e umorismo, nel quale risata e riflessione vanno a braccetto, generando un bailamme di sentimenti e una serie di buffe epifanie. Mix perfetto per un primo lungometraggio, finanziato forse con il primo crowdfunding a domicilio. A cifre imposte, offese incluse.