Un Posto al Sole, scoppia la polemica tra gli addetti ai lavori della soap
La Rai sta cambiando, è vero, ma ancora qualcosa continua a non convincere. E' lo stesso Direttore Generale Gubitosi che ha denunciato qualche mese fa come su 13.229 dipendenti Rai gli under 30 sarebbero meno di 50. Un'azienda televisiva, tra l'altro pubblica, che quindi non può scommettere sui talenti, sui giovani in cerca di prima occupazione, sulle nuove forze, sulle menti creative. Finisce per essere una grande casa di riposo per anziani, ergo un'occasione sprecata. Eppure a volte la Rai si lascia scappare quelle maestranze che meriterebbero davvero di restare lì sia perchè hanno dato tanto alla tv di stato sia perchè i meriti vanno riconosciuti, così come il talento. E non sembra essere il caso di Un Posto al Sole , la storica soap di Rai 3 che prima delle vacanze natalizie ha comunicato al suo storico regista, sul set dal 1996, che il rapporto di lavoro sarebbe cessato.
Rossano Mancin è il regista che non fa più parte della squadra di Un Posto al Sole, un colpo al cuore per un uomo che ha dato un contributo notevole anche agli ascolti della soap registrando il record del 15% di share e scongiurando dunque la chiusura degli studi di Via Marconi. E adesso invece, vuoi per il digitale terrestre vuoi perchè di tempo ne è passato parecchio, la soap è calata al 9% di share (ieri sera, ad esempio, ha registrato il 7,22%): un buon risultato considerando la controprogrammazione delle altre reti televisive, che si sono moltiplicate negli ultimi anni. Come vi avevamo già annunciato, Un Posto al Sole è stata pure allungata, sono state commissionate dalla Rai altre 500 puntate, un sospiro di sollievo per gli addetti ai lavori che vivono con il timore che la baracca possa chiudere da un momento all'altro: stessa sorte era toccata a Centovetrine a rischio chiusura, ma pare che, stando alle ultime indiscrezioni, le riprese dovrebbe ricominciare a fine Marzo.
A denunciare l'accaduto è Il Manifesto il qualche precisa che, oltre a Mancin, sono stati fatti fuori altri registi dalla soap Un Posto al Sole. Attenzione, dal punto di vista legale nessun illecito è stato commesso dal momento che i registi lavorano a partita iva con contratti da un mese. Questo infatti ha puntualizzato Mancin a Il Manifesto:
La Rai mette a disposizione studi, attrezzature e tecnici mentre un partner privato provvede a registi, attori e tutta la parte produttiva. All'inizio era l'australiana Grundy che per le soap a basso costo utilizza quattro registi, poi è subentrata la FremantleMedia, ma comunque chi decide è Rai Fiction a Roma.
Un Posto al Sole (qui le foto) come un'aula scolastica dove chi aveva bisogno di apprendere approdava sul set racconta Mancin:
Negli anni è diventata la nave scuola. Se avevano bisogno di far fare esperienza a qualcuno, che poi dovevano piazzare da qualche altra parte, lo mandavano da noi. Te lo affiancavano per una settimana, poi gli commissionavano un paio di blocchi e, con il curriculum sistemato, lo mandavano dove dovevano. A questi si sono aggiunti quelli che lavoravano nelle produzioni soppresse, come La Squadra e Agrodolce, così "lavorate tutti" ci dicevano. Poi sono arrivati altri, piovuti dal cielo, e siamo diventati un esercito. Gli storici riuscivano a lavorare tre mesi all'anno al massimo.
Aggiungi un posto a tavola che c'è un amico in più: questo il principio che finora sembra aver prevalso a Un Posto al Sole. Ma se alla fine i posti a tavola sono davvero finiti? Come si fa?