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“Tredici”, uno studio registra l’aumento di suicidi tra adolescenti dopo la serie Netflix

Si torna a parlare della serie Netflix dopo uno studio dei ricercatori della fondazione Nationwide Chidlren’s Hospital, dal quale emerge un picco di suicidi dopo il 31 marzo 2017, data di rilascio di “13 Reasons Why”.
A cura di Andrea Parrella
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La questione è sempre la stessa: i libri, i film, le serie Tv possono generare un rischio emulazione? La domanda delle domande viene risvegliata da un caso di cui si sta molto parlando in queste ore, ovvero uno studio dei ricercatori della fondazione Nationwide Chidlren's Hospital dal quale emerge un picco di suicidi dopo il 31 marzo 2017, che è la data del debutto della serie Tv Netflix "13 Reasons Why – Tredici". Il numero di suicidi tra gli adolescenti, stando allo studio, è aumentato del 28.9%. Nei nove mesi successivi al rilascio della discussa serie negli Stati Uniti ci sarebbero stati 195 suicidi in più tra gli adolescenti rispetto alla media.

Variazione statistica che ha riguardato i ragazzi e non le ragazze, nonostante al centro della prima stagione di "Tredici", come molti ricorderanno, c'era proprio la vicenda di un ragazza che inviava una serie di registrazioni audio ad alcuni suoi coetanei, spiegando loro le ragioni del suo suicidio. "Tredici" fece già discutere molto al tempo, proprio per il rischio di correlazione immediata tra realtà mostrata e conseguenze eventuali sui comportamenti delle persone.

In Italia abbiamo affrontato a più riprese una questione simile in relazione a "Gomorra", serie che ha spaccato in due l'opinione pubblica, tra chi ritiene che mostrare le realtà criminali sia un dovere di chi scrive, e forse utile a normalizzarle e ridimensionarle, e chi invece si oppone a questo genere di prodotti, convinto del rischio emulazione, specie tra i più giovani.

Come si difende Netflix

In merito al possibile impatto negativo su alcuni adolescenti di "Tredici", che nel frattempo è stata rinnovata per una terza stagione, Netflix si difende ricordando di aver trattato sempre in maniera responsabile un tema che l'azienda ritiene molto importante. Inoltre la piattaforma streaming sottolinea come ci sia un altro studio dell'Università della Pennsylvania secondo cui coloro i quali hanno visto l'intera seconda stagione siano meno propensi a ferirsi o a pensare al suicidio anche in confronto a chi non ha visto lo show.

La questione tuttavia resta e divisioni di questo tipo su prodotti sensibili come "Tredici" vengono alimentate dalla consapevolezza comune che la fruizione di film e serie tv sia sempre più svincolata da una qualsiasi forma di controllo dall'alto, essendo questi prodotti disponibili da supporti diversi dalla televisione, e quindi accessibili a tutti e in qualsiasi momento.

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