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Tre giornali uguali ma nessuno autorizzato?

A “Le Iene” scoppia il caso dei giornali “Di Tutto”: in edicola ci sarebbero tre riviste tutte con lo stesso nome ma con editori differenti. Come è possibile?
A cura di Fabio Giuffrida
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A Le Iene scoppia un vero e proprio caso, ovvero quello del giornale "Di Tutto". In edicola se ne troverebbero addirittura due: stesso nome ma diverso editore. Come è possibile tutto questo? E soprattutto quale sarebbe quello vero tra i due? Facendo per un attimo un passo indietro si scopre che un primo editore di Lecce, Walter D'Errico, avrebbe comprato nel 2004 il marchio Di Tutto (attualmente in edicola, diretto dalla Leogrande, che asserisce di essere quello "autentico"); successivamente un editore di Milano lo avrebbe registrato con lo stesso nome, rivendendolo poi ad un altro editore di Roma che a sua volta lo avrebbe venduto ad una serie di società, circa 5-6 nell'arco di cinque anni secondo il programma di Italia 1. L'editore di quest'ultima testata giornalistica, però, sarebbe rimasto sempre lo stesso, ovvero Fabio Caso che, dopo aver comprato dall'editore di Milano, avrebbe continuato a stampare ugualmente anche se il Tribunale si era pronunciato chiedendo la cancellazione del marchio "alla testata indebitamente registrata presso il tribunale di Milano" visto che il marchio sarebbe di proprietà del primo editore, Walter D'Errico. Poi, intervistati da Giulio Golia, Ivan Zazzaroni e David Parenzo hanno ammesso di aver avuto a che fare con l'editore in questione e non gli hanno riservato affatto parole di stima. Anzi, Zazzaroni avanzerebbe ancora 40 mila euro di fatture.

Ma non è finita qui: c'è anche un terzo Di Tutto in edicola, e tra l'altro anche quello diretto dalla Leogrande (quello "autentico") secondo Le Iene non sarebbe registrato in tribunale. Infine Fabio Caso, ai microfoni del programma di Italia 1, ha respinto ogni accusa. A questo punto dove sta la verità? Tre giornali uguali ma nessuno autorizzato?

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