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12 Febbraio 2020
09:24

Tosca canta ‘Bella Ciao’: “Le Sardine hanno fatto una rivoluzione gentile, odio chi non si schiera”

Reduce da Sanremo 2020, Tosca canta la canzone simbolo della Resistenza “Bella Ciao” a DiMartedì, in onda su La7. “Le sardine hanno fatto una rivoluzione gentile” dice l’artista, manifestando apertamente il suo sostegno al movimento. E, rispondendo a una domanda diretta di Giovanni Floris, sceglie di non nascondere le sue preferenze politiche: “Sono di sinistra, mi fa infuriare chi non si schiera”.
A cura di Stefania Rocco
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“Le sardine hanno fatto una rivoluzione gentile”: dopo avere cantato “Bella Ciao” a DiMartedì, Tosca si schiera con le Sardine e ammette di essere di sinistra durante un’intervista con Giovanni Floris. Reduce dal sesto posto a Sanremo 2020, la cantante è stata ospite di La7 per un’insolita intervista a sfondo politico. Prima un omaggio alla Resistenza con la canzone partigiana cantata dal movimento nelle piazze durante le manifestazioni. “Ogni volta che c'è un movimento che vuol cambiare e sradicare delle convinzioni o fare una rivoluzione, questa canzone diventa una coperta importante, perché essa ha una storia” ha detto poco dopo avere cantato il brano che ha commosso Bersani in studio.

Le origini di “Bella Ciao”, la canzone dei partigiani

Tosca traccia le genesi di “Bella Ciao”, canto diventato simbolo della Resistenza: “Bella Ciao è una canzone Yddish, l'ha scritta un musicista ebreo di Odessa, poi c'è stata la diaspora e andò in America, dove ha incontrato dei migranti italiani, che ci misero sopra le parole che hanno rappresentato la Resistenza e i partigiani”. La storia stessa della ballata yddish diventata inno popolare italiano si presta all’uso che si essa è stato fatto:

Ma le radici della canzone sono appunto più profonde, ha dietro di sé appunto la diaspora di chi è dovuto scappare. Quindi ancestralmente questa canzone parla e protegge.

L’appartenenza politica di Tosca

Aperta, puntuale, precisa nell’analisi sociale che spinge i personaggi pubblici a non esporre la propria appartenenza politica. Un atteggiamento che non la riguarda e dal quale prende le distanze con fastidio: “La pancia del Paese è molto arrabbiata, perché ogni volta spera e ripone la sua fiducia in uomini politici che gli risolvano i problemi, e puntualmente questa cosa viene disattesa o vengono allungati i tempi. Questo genera naturalmente delusione e rabbia. Io parlo da donna del popolo. Mi fa infuriare quando sento la gente dire ‘Io non sono di niente, non sono di destra né di sinistra', non è possibile perché questo significa dare uno schiaffo in faccia ai padri della Costituzione, che ci hanno regalato la democrazia. Ogni cittadino ha il diritto ma anche il dovere di scegliere la propria bandiera e di come comportarsi per la collettività. Non è un segreto che io sono di sinistra, si sa e si può dire”.

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