Tornano i Giochi senza Frontiere: Alvin e Ilary Blasi verso la conduzione
"Un, deux, trois…". I "Giochi senza Frontiere" ripartono su Mediaset dalla prossima stagione televisiva. Stando alle anticipazioni dei colleghi di TvBlog, sarà un programma condotto da due "epurati" dai talent: Alvin e Ilary Blasi. Per l'ex inviato dell'Isola dei Famosi sarà il primo vero banco di prova come conduttore mentre per Ilary Blasi sarà la prima occasione importante dopo il periodo vissuto alla guida del Grande Fratello Vip, che ormai è per certo sotto la giurisdizione assoluta di Alfonso Signorini. Secondo TvBlog, sarà questa una delle tante sorprese del palinsesto Mediaset della prossima stagione. L'intrattenimento autunnale proseguirà con "Temptation Island Vip", "Grande Fratello Vip", "Amici Vip" e "Tu sì que vales".
La storia di Giochi Senza Frontiere
Jeux sans frontières è stato un programma televisivo prodotto dall'Unione Europea di Radiodiffusione in onda dal 1965 al 1982 e dal 1988 al 1999. Si trattava di un torneo di giochi di abilità, una sorta di olimpiadi in cui ogni nazione era rappresentata da una città diversa in ogni puntata. Alla prima edizione partecipavano città dalla Francia, dal Belgio, dalla Germania Ovest e dall'Italia. Con il tempo vennero introdotti anche Svizzera, Paesi Bassi, Cecoslovacchia (poi Rep. Ceca), San Marino, Slovenia, Ungheria, Malta, Galles, Spagna e Tunisia.
Il programma in Italia
In Italia, il programma ha visto avvicendarsi numerosi conduttori, da Enzo Tortora a Claudio Lippi. Il principale volto del programma è però Ettore Andenna, che ha all'attivo sette edizioni dei giochi. Poche settimane fa, intervistato a Radio Cusano Campus, si disse scettico nei confronti dell'operazione Mediaset: "La Rai ha i diritti del titolo fino al 7 luglio 2020, ma dice che rifare il programma costa troppo. All’epoca non ci rendevamo conto che si trattava di un programma che avrebbe fatto la storia. C’era grande bagarre per le selezioni degli atleti, gli ungheresi portavano i campioni di triathlon e pentathlon con le carte d’identità false perché se perdevano scattavano le interrogazioni parlamentari".