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The Walking Dead 4×16: mai fare arrabbiare i buoni (RECENSIONE)

La quarta stagione di “The Walking Dead” si conclude con uno dei cliffhanger più belli di sempre. Ecco perché il titolo “A”: una conclusione ma anche un nuovo e definitivo punto di partenza. Rick Grimes è un Guerriero in questo mondo. Un buono sì, ma non più una vittima. E non bisogna mai fare incazzare i buoni.
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"Si sentiranno molto stupidi quando lo scopriranno"
"Scopriranno cosa?"
"Di aver fatto incazzare le persone sbagliate".

The Walking Dead 4 saluta con un cliffhanger degno di una stagione a metà tra due estremi, per ritmo e coinvolgimento, struttura e coerenza narrativa. L'episodio 16 "A" rende bene la misura di quello che la quarta stagione della serie creata da Robert Kirkman è andata a rappresentare: un arco temporale di transizione a tutti gli effetti, servito a Scott M. Gimple per imprimere la sua impronta e dare maggiore vicinanza al fumetto, che non ad altri possibili altrimenti. Quanto e cosa sia stato giusto o sbagliato, proveremo a vederlo poi. Per adesso limitiamoci alla puntata, senza troppa fretta. È Rick il protagonista, lo ritroviamo con continui flashback a quella che fu la genesi di quella versione utopica da fattore felice, voluta fortemente da Hershel (sono quelli i colloqui che rivedremo) poi lo ritroviamo nel presente, completamente stravolto nel volto e nell'anima dagli eventi dopo l'assalto del Governatore alla prigione.

Il ritorno del Guerriero. Sapevamo, l'avevamo sempre saputo, che il Rick "fattore" non sarebbe durato poi così tanto, Hershel quindi si sbagliava. Quando i "cacciatori" di Joe braccano i nostri, con Daryl che inutilmente cerca di fare da paciere, decisi a far fuori proprio il "leader" per vendicare la morte del loro amico strangolato nel bagno della casa (alla 4×11) non ci sorprendiamo nel scoprire cosa ha in serbo Rick per loro. E nel frattempo nella mente dello spettatore voglio far insidiare quel disilluso sguardo di Rick mentre scanna i maiali dandoli in pasto agli zombie, durante la prima parte della quarta stagione. Pensate a quel Rick, poi ritornate all'agguato di Joe.

Il morso alla giugulare, un lavoro più o meno pulito per Rick che così sbriga la pratica. Chi sono gli zombie adesso? Il processo di trasformazione del personaggio, da ex sceriffo ad assassino senza scrupoli e con il solo scopo di difendere suo figlio e i suoi cari (bello il passaggio con il Daryl ritrovato: "Non potevi saperlo che persone erano, tu sei mio fratello!"), è ormai completo. Si preoccupa di quello che potrebbe pensare suo figlio Carl ed è qui che ritornano i flashback di Hershel – "Devi preoccuparti di fare quello che vorresti per tuo figlio". Rick vorrebbe solo proteggerlo, ma sa bene che in questo modo ha contribuito a creare un vero e proprio mostro. C'è da vergognarsi? No, perché è questo il mondo adesso e sotto questa violenza padre e figlio si ritroveranno ad essere più uniti di prima. Piacevoli i riferimenti della puntata agli albi da edicola "16 – L'orrore" e "17 – I Cacciatori", editi in Italia da SaldaPress.

Terminus e il piacere di vedere Rick in azione. L'ex decide di sotterrare il vasto arsenale di armi nei pressi di Terminus, nel caso le cose non dovessero andare per il verso giusto, poi tutti d'accordo con Daryl, Michonne e Carl, nel cercare di sorprendere gli abitanti del "capolinea", verificando se ci si può fidare. Qualcosa, ovviamente, va storto. Quando, dopo una lunga sequenza d'attrito con quello che riteniamo sia il leader della comunità, Gareth, Rick riconosce il poncho di Maggie, l'orologio di Glenn e la tuta antisommossa della prigione indossata dagli abitanti del "capolinea", inizia lo scontro a fuoco. Ed è un piacere rivedere il miglior Rick. Ma la comunità è ben armata e più numerosa e, grazie ad un robusto fuoco di copertura, riesce a portare i nostri davanti ad un convoglio recante la scritta "A", ecco il titolo della puntata.

I quattro sono costretti ad entrare nel container, dove ritroveranno anche gli altri, Glenn, Abraham, Maggie, Rosita, Tara, Eugene, Bob e Sasha. Sappiamo che in giro ci sono ancora Carol e Tyreese, sappiamo che fuori c'è un arsenale di armi ben nascosto da Rick. Sappiamo che adesso il confine tra bene e male è semplicemente un punto di vista. I nostri sono "buoni", si, ma non per questo potranno per forza essere le vittime, come accaduto per il Governatore. Ecco perché la battuta finale di Rick, figlia di un processo durato una stagione intera (e qui bisogna solo dire grazie a Gimple), garantisce il fantastico hype per la prossima stagione. È ormai una persona che ha capito come si comanda un gruppo, che ha conosciuto tutti i gradi della sofferenza e che ha perso pezzi importanti lungo il suo percorso.

Per questo la quarta stagione di The Walking Dead, seppur lenta a tratti e persa in qualche puntata riempitiva di troppo (non gli perdoniamo due puntate sul Governatore e due sull'asse Daryl/Beth), è stata fondamentale per quello che da ottobre 2014 andremo a vedere. Siamo pronti a scommettere che, in un modo o nell'altro, quando Rick uscirà di lì, che sia a mani nude o a morsi, con una balestra o una pistola, restituirà loro ogni "favore" con gli interessi. Perché la vita del contadino è stata bella, fintanto che è durata. "A" è anche questo, una conclusione ma anche un nuovo e definitivo punto di partenza. Rick Grimes è un Guerriero in questo mondo. Un buono sì, ma non più una vittima. E non bisogna mai fare incazzare i buoni.

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