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The Walking Dead 3×15, la recensione dell’episodio

La recensione di fanpage.it, ad un episodio dalla fine della terza stagione di The Walking Dead. Tracciamo anche il bilancio, tra attese deluse e punti di forza, pensando a quello che ci aspetta nell’ultima e adrenalinica puntata.
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La recensione di fanpage.it, ad un episodio dalla fine della terza stagione di The Walking Dead. Tracciamo anche il bilancio, tra attese deluse e punti di forza, pensando a quello che ci aspetta nell'ultima e adrenalinica puntata.

ATTENZIONE: potrebbe contenere spoiler

Merle (Michael Rooker) non c'é più. Nel folle assalto in solitudine sul luogo dell'incontro, alla fine ci lascia le penne, con il Governatore (David Morrisey) spietato e cattivo come non mai, che decide di sparargli al petto per farlo tornare zombie e lasciarlo vagare, in modo da farlo vedere al gruppo della prigione. Lo incontrerà sul suo cammino Daryl (Norman Reedus), corso all'appuntamento proprio per aiutare il suo amato fratellino. Una delle scene più struggenti di The Walking Dead 3, con le lacrime rabbiose di uno dei personaggi più amati della serie, che abbatte la sua furia sul volto e sullo sguardo ormai privo di vita del suo caro fratello.

Cosa non va. E' possibile intuire perché Merle abbia avuto un sussulto d'umanità, una spinta d'orgoglio nel voler fare tutto da solo. Una volta ricevuto l'ordine da Rick (Andrew Lincoln) di consegnare Michonne (Danai Gurira) al Governatore, resosi conto di essere solo un uomo adatto per "portare fuori la spazzatura", agisce d'istinto e porta via la donna guerriero, prima ancora che Rick e suo fratello Daryl possano comunicargli che hanno cambiato idea. Poi il lungo dialogo tra "carceriere" e "prigioniero", tra Merle e Michonne, noti al pubblico proprio per non essere due grandi chiacchieroni. Qui c'è il senso delle azioni di Merle, svolte però in un modo forse troppo superficiale. Così, il fratello cattivo dei Dixon si rende conto di essere stato un po' cattivello, decide di lasciare tornare indietro Michonne e di affrontare il Governatore da solo. Una forzatura nel copione, bella e buona.

La traduzione e il doppiaggio, sempre peggio. Anche per l'episodio 15 la direzione del doppiaggio e la traduzione dei testi compie i suoi scivoloni settimanali. Spiegatemi come si può tradurre un episodio dal titolo, bellissimo tra l'altro, This Sorrowful Life con L'inganno? Dov'è questo inganno? Quale inganno? Anche nell'edizione a fumetti, in Italia edita da Saldapress, c'è il suo corrispettivo, tradotto correttamente in Questa vita dolorosa (ma nell'universo dei fumetti, piccolo spoiler, Merle e Daryl non esistono, quindi saranno altri personaggi a lasciarci). E lo stesso personaggio di Merle, doppiato, è reso davvero male. Il dialogo con Rick (che potrete apprezzare in lingua originale, nel video in apertura) diventa una "pappardella" a memoria, priva di intenzioni.

Cosa va. La sceneggiatura finalmente è una svolta con l'accento su Rick, sul suo senno recuperato e apre nuovi orizzonti quando, finalmente, fa cadere il regime di dittatura imposto ai compagni, nel finale della seconda stagione. Si ritorna alla "democrazia", l'ultima arma rimasta per provare a vincere la guerra contro il Governatore. L'unica cosa che distingue il gruppo dei "nostri", dagli abitanti della prigione. L'ultimo baluardo per distinguere il bene dal male. "Io non sono il vostro Governatore", dice Rick al gruppo. Chiede scusa e indice una votazione: restare o combattere.

Cosa aspettarsi. Ci aspettiamo un finale decisamente spiazzante, dove tutto è possibile. Gli assaggini video che sono stati pubblicati, i famosi sneek peek, non lasciano trapelare nulla, se non l'assalto alla prigione da parte del Governatore e degli abitanti di Woodbury. Chissà se assisteremo alle decisioni del gruppo, "restare o combattere", chissà se non finirà tutto con un nuovo inizio, una nuova partenza. Con il Governatore che sarà sulle loro tracce, anche nella quarta, e già attesa, stagione.

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