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The Walking Dead 3, la recensione dell’ep.13 “Apri gli occhi”

La recensione fanpage.it di The Walking Dead: la terza stagione si avvia alla conclusione con un episodio che è solo “la quiete che precede la tempesta”. Tutto giusto, tranne il grande nuovo difetto di questa stagione: l’eccessiva fretta nella narrazione. Sarà una conseguenza della lite tra Glen Mazzara e la produzione?
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La recensione fanpage.it di The Walking Dead: la terza stagione si avvia alla conclusione con un episodio che è solo "la quiete che precede la tempesta". Tutto giusto, tranne il grande nuovo difetto di questa stagione: l'eccessiva fretta nella narrazione. Sarà una conseguenza della lite tra Glen Mazzara e la produzione?

L'episodio 13 di The Walking Dead 3 non sarà stato sicuramente il più movimento delle tre stagioni, ma ormai sappiamo bene che i botti finali sono riservati da tutto quello che ci sarà da qui in avanti. Si veniva da un episodio riflessivo come Ripulire, siamo stati traghettati un episodio "strategico" che piazza le basi per gli ultimi tre episodi. Rick (Andrew Lincoln) e il Governatore (David Morrisey) finalmente si sono incontrati per cercare una negoziazione e porre fine alle ostilità. Se rivediamo il nostro eroe finalmente sulla via della guarigione, ormai lontano dal baratro della pazzia, nonostante tutto è sempre il perfido Governatore Philip Blake a vincere ai punti. Usa la morte di Shane, di sua moglie e la piccola Judith per indebolire ed intenerire Rick che, però, riesce a tenere l'attenzione alta in ogni momento. Fino a quello fatidico, quello della richiesta del Governatore: Michonne. Se Rick le consegna la donna "samurai", sarà decretata la fine delle ostilità. Due giorni di tempo per pensarci.

Ucciderà tutti, terrà in vita Michonne. Le reali intenzioni del Governatore sono ovviamente quelle di prendere Michonne viva, per torturarla barbaramente, ed uccidere tutti gli altri. Rick tiene in considerazione questa possibilità, una volta tornato alla prigione, ed al gruppo non rivela nessun tipo di accordo, anzi li avvisa che sarà guerra. Soltanto successivamente rivelerà ad Hershel della proposta di accordo alla quale, tutto sommato, Rick è sul punto di accettare. Sarà il suo fidato e saggio consigliere a fargli capire che la scelta più giusta è non negoziare ed andare fino in fondo.

Episodio preparatorio. E' solo la quiete prima della tempesta, per una stagione di The Walking Dead che è stata sensibilmente diversa rispetto a quanto siamo stati abituati a vedere in precedenza. La prima stagione è stata un capolavoro, così come la seconda ha dato il via ad un processo che è maturato al punto da arrivare fino ad oggi. The Walking Dead è un universo in continuo sviluppo ed in continuo movimento. In molti, tra i forum e i social network, fanno notare come la serie abbia subito un calo di azione notevole, ma il punto è che mostrare le dinamiche di una società che vive tutti i giorni lottando per la propria sopravvivenza, in condizioni di costante emergenza, deve necessariamente miscelare momenti "pirotecnici" a sequenze (se non episodi interi) più riflessivi. Anzi, in alcuni momenti, si sente piuttosto l'esigenza di utilizzare più "nastro" per raccontare i fatti. Si digerisce a fatica, ad esempio, il fatto che ci siamo ritrovati da subito nella negoziazione tra Rick e il Governatore. Forse questo è uno dei grandi errori della terza stagione di The Walking Dead, si vuole trovare il tempo per dare forma a tutto, ma lo si fa spesso in un modo troppo frettoloso. Sarà una delle conseguenze scaturite della lite tra Glen Mazzara, showrunner della serie, e la produzione?

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