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The New Pope arriva dal 10 gennaio su Sky, Sorrentino: “La mia non è una Chiesa provocatoria”

Arriva il 10 gennaio su Sky Atlantic una delle serie televisive più attese dell’anno, si tratta di The New Pope, il prodotto di Sky, Hbo e Canal + diretto da Paolo Sorrentino con protagonisti Jude Law e John Malcovich. La prima serie aveva già destato tanto scalpore per la rappresentazione di una Chiesa irriverente, a tratti viziosa e assetata di potere, ma il regista assicura: “Ho rispetto e anche ammirazione per come funziona l’apparato della Chiesa Cattolica, non c’è niente di trasgressivo”.
A cura di Ilaria Costabile
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L'attesa sta per finire per coloro che aspettavano con ansia di vedere la nuova opera televisiva di Paolo Sorrentino, mancano ancora pochi giorni e poi, a partire dal 10 gennaio su Sky, arriva "The New Pope", il secondo capitolo della serie televisiva ambientata in Vaticano con un cast a dir poco stellare. In prossimità della messa in onda che avverrà su Sky Atlantic e Now Tv, Paolo Sorrentino svela all'ANSA alcune curiosità di quella che è, attualmente, la serie più attesa del 2020.

Presentata alla Mostra del Cinema di Venezia, a settembre, The New Pope inizia il suo racconto proprio dove lo avevamo lasciato, ovvero con le ultime immagini che chiudono la prima stagione della serie televisiva The Young Pope, che tanto scalpore aveva creato per il racconto atipico del Papato e delle sue dinamiche interne. Jude Law, protagonista del primo capitolo dell'opera di Sorrentino, appare steso, in tutta la sua prestanza fisica, in un letto d'ospedale, ancora intorpidito dal coma in cui cadde sul finire del primo capitolo della serie. Come risolvere questo impasse? È proprio Paolo Sorrentino a spiegarlo:

Il papa è in coma e c'è la necessità del Vaticano di avere un reggente affidabile e visto che nella prima serie Lenny Belardo aveva una forma di estremismo conservatore. Come spesso accade nella realtà si tende a creale alternanza e dunque grazie alla diplomazia del segretario di Stato Voiello (Silvio Orlando) la scelta ricade su un personaggio meno duro, meno spigoloso, più incline al compromesso e alla ‘via media' da lui stessa teorizzata in un libro. Pio XIII e Giovanni Paolo III rappresentano due visioni diverse del papato, di fare politica e anche della vita: la prima prevede che i problemi vengano affrontati in maniera diretta, senza compromessi l'altra si adopera per l'opposto. 

Il terrorismo affrontato nella serie

Ed ecco che mette piede in Vaticano, con tutta la sua eleganza, il suo equilibrio e la sua lealtà John Malkovich, nella serie sir John Brannox, che rimette sui binari della morigeratezza una Chiesa che nelle mani del suo predecessore, aveva assunto un atteggiamento sin troppo perentorio, affatto comprensivo e caritatevole, dove il potere seppur dello stato ecclesiastico, sembrava aver offuscato la ragione del suo sovrano. Ed ecco che arriva lo scontro, la coesistenza del vecchio e del nuovo, del giovane e di colui che prenderà il suo posto e si consumerà una vera e propria sfida tra i due, il primo idolatrato dalle folle che hanno pregato per una sua miracolosa ripresa e il secondo che potrebbe rimettere in sesto il Vaticano. Ma non ci saranno solo scontri tra le mura vaticane, ce ne saranno altri al di fuori, con scenari che ripropongono la possibilità di attacchi terroristici: "Vista l'imprevedibilità con cui avvengono gli attentati terroristici siamo tutti vulnerabili e questo personalmente mi angoscia molto. Nella serie ho provato ad immaginare scenari futuribili che spero non accadano per davvero, legati alle ombre che incombono su tutti noi". 

Non provocazione, ma ammirazione per il papato

Se The Young Pope aveva sovvertito l'immaginario della Chiesa nella sua veste canonica, con un pontefice che cede ai vizi e alle passioni carnali, che sfila come se fosse in passerella, in costume da bagno, mostrando il suo fisico scultoreo, eppure non è questo il gioco che  il regista napoletano voleva mettere in atto, non il semplice sovvertimento e l'estremizzazione delle nefandezze che potrebbero nascondersi dietro i pesanti drappeggi damascati delle stanze vaticane, no, sarebbe un'operazione anche banale, che poco si addice alla naturale leggerezza di Sorrentino, come lui stesso spiega: "Se ti fermi alla visione di una scena la vista è parziale. The New Pope non è irriverente, né trasgressivo né provocatorio, anzi ho rispetto e anche ammirazione per come funziona l'apparato della Chiesa Cattolica. Il mio obiettivo non è proprio questo, sarebbe peraltro un gioco facile che appartiene al passato di schematismi superati per cui essere provocatorio è fare arte. Per anni la tv è stata un luogo di serie B perché la libertà viveva nel cinema, oggi va diversamente: i film dal punto di vista finanziario sono più rischiosi di una serie, preoccupano di più, sono più esposti a censure e raddrizzamenti narrativi per non scontentare nessuno". 

Nuovi progetti di Paolo Sorrentino

Ma, come si suol dire, il primo amore non si scorda mai e nonostante la televisione abbia regalato grandi soddisfazioni al Premio Oscar per "La Grande Bellezza", i prossimi progetti lo vedono impegnato a Los Angeles per le riprese di un nuovo film che avrà come protagonista Jennifer Lawrence, di cui si sa ancora molto poco. In attesa di sapere qualche notizia in più sulla nuova fatica cinematografica del regista partenopeo, non ci resta che goderci la visione di The New Pope, sicuri che con la sua abilità Sorrentino sia stato in grado di descrivere la Chiesa e la sua affascinante "oscurità" nelle sue più disparate sfaccettature.

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