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The Apprentice, l’ossessione di “avere le palle”

Il format di Cielo, importato dall’America, vede nel ruolo del boss Flavio Biratore. E’ interessante, ma rischia di premiare il cannibalismo più che le competenze.
A cura di Andrea Parrella
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Conferenza stampa di 'The Apprentice'

The Apprentice, in onda ieri, in prima serata, su Cielo, è un format strutturato su schemi molto simili alla maggior parte degli show trasmessi dalla tv satellitare. Nella distribuzione dei tempi, nella ripresa dopo la pubblicità, i riepiloghi continui. Tutti refrain ricorrenti. Questo format, giunto dall'America dove è nato con Donald Trump in luogo di Flavio Briatore, vede un gruppo di concorrenti, giovani imprenditori, che si giocano la possibilità di lavorare per un anno nell'impresa dello stesso Briatore.

A tratti è parso vedere agglomerati di Yuppies forzatamente inquadrati in un linguaggio, un modo di fare così settoriali da essere quasi ai limiti con l'assurdo. Al livello pratico però, c'è solo una mancanza conoscitiva oggettiva delle strategie e del frasario utilizzato dai concorrenti. Al di là di tutto, fa strano (e forse il trucco è proprio quello) sentir palare di marginalità, percentuali e lessico tecnico in merito agli acquisti fatti al mercato del pesce.

Si parla di lavoro, di modo di fare business, dell'atteggiamento necessario per farne. Il fastidio, pur forse sbagliando, è notare che il motto principe è "avere le palle", che per quanto sia un concetto valido in senso orizzontale, per qualunque ambito, è un po' lontano dal farci capire che a questo fattore la competenza deve essere sempre affiancata. Forse sarebbe solo desiderio del sottoscritto che la figura del manager di successo non fosse esclusivamente quella di un cannibale, un modello affine alla storia imprenditoriale ed il temperamento di Flavio Briatore.

Diciamolo dunque, per ora è un format che "ha le palle", ma quelle ce le ha di suo, la produzione italiana non aggiunge nulla fino a questo punto. Per renderlo speciale, impreziosirlo, attendiamo che vengano valorizzate molto di più le competenze e le attitudini dei concorrenti, eventualmente spiegandocele.

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