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Teo Teocoli shock: “La Rai disse ‘ti paghiamo ma tu non farai Affari Tuoi'”

Il comico milanese, lontano dalla tv da molto tempo, confida al Fatto Quotidiano il perché della sua esclusione dal piccolo schermo. Parla anche di Fazio: “Mi aspettavo mi invitasse a Sanremo, non ci parliamo da molto”
A cura di Andrea Parrella
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La vicenda dell'abbandono del palco di Teo Teocoli durante uno spettacolo, due sere fa, è stata probabilmente ingigantita più di quanto fosse il caso fare, se è vero che oggi il comico ha smentito sostanzialmente il vociare in merito che lo additava di una mancanza di rispetto nei confronti del pubblico. In un'intervista al Fatto, uscita questa mattina, ha infatti ritenuto il caso di precisare che la sua presenza al ristorante era a titolo gratuito, per fare un favore ad un amico. E che dopo aver fatto alcuni pezzi, notando il disinteresse del pubblico nei confronti del suo monologo, ha gentilmente salutato la platea e se n'è andato. "Nessun viale del tramonto – specifica lui – ho pronta una tournée con quaranta date, ‘Restyling – Faccio tutto' che parte l'8 ottobre da Milano".

Teocoli ci tiene ad evidenziarlo perché quella piccola notizia di ieri rischiava di fare luce su una vicenda, quella sua, che poteva assomigliare ad un procinto di decadenza, quando invece lui controbatte fugando ogni crisi possibile: "Io non capisco. Ho la stessa moglie da trent'anni, tre figlie stupende, non sono mai stato così bene in vita mia e non ho nessun problema finanziario. Lavoro dalla mattina alla sera, faccio radio e metto in scena i miei spettacoli". Il sunto del presente e l'ipotetico futuro di Teocoli è quello di un personaggio che sta benissimo all'idea di continuare a sentirsi un artista giovane oggi, ritornare alle serate nelle feste di piazza, tutto ciò che faceva agli esordi. La chiave di lettura sta chiaramente in quello che pare un abbandono del piccolo schermo, che abbandono da parte sua non è, ma semplicemente il contrario: non lo cercano più: "Detto come deve essere detto, molti di quelli che oggi passano in tv io ‘me li magno' […] Ma direi che per me la televisione è finita". Sottolinea anche un certo risentimento nei confronti della gestione Domenica Sportiva: "Non ho dimenticato quattro edizioni della Domenica Sportiva molto apprezzate. Poi arriva la sciura Ferrari ed è finita così".

Ma l'aspetto più pungente dell'intervista a Teocoli arriva quando si parla di quel "Affari tuoi" che gli passò sotto il naso nel 2005, subito dopo la fine della gestione Bonolis (ci ritornerà la settimana prossima, ma solo per un giorno) :

Accadde tutto in poche ore. Il mio contratto con Mediaset era in scadenza, il Corriere mi fece un’intervista e io dichiarai che Affari tuoi non mi dispiaceva affatto. Il giorno dopo, a Pier Silvio Berlusconi, che non sapeva nulla e che presentava i palinsesti Mediaset, prese quasi un colpo […] Contattai Fabio Fazio, non ancora così famoso e gli proposi il duplex. Era tutto fatto. Girammo anche un ottimo numero zero. Poi mi avvicinarono due azzimati dirigenti della Rai ‘Teo, ti paghiamo quella vecchia causa che ci hai intentato e ti offriamo anche due anni di contratto. Ma Affari tuoi non devi farlo tu'. Passarono l'incombenza a Pupo, gli voglio bene ma ad essere sincero non ho mai capito il perché.

In ultima istanza una frecciatina la riserva anche a Fabio Fazio, amico storico con il quale diede vita alle stagioni più lucenti del primo "Quelli che…" ed anche ad un Sanremo, il primo per il conduttore ligure: "Ci siamo visti per lo speciale su Jannacci, ma non parliamo da tempo. Per il suo Sanremo diedi l'anima. Mi aspettavo di essere chiamato l'anno scorso, sarebbe bastata una stretta di mano sul palco, chiacchiere da amici. Non è accaduto, ma va bene così". Molti sassolini nelle scarpe per il comico, cantante e conduttore meneghino, che dopo quasi un ventennio in cui non si è schierato politicamente ed ha partecipato a stagioni importanti della tv (la crescita di Mediaset, importanti progetti in Rai), oggi si trova costretto a stare lontano dal piccolo schermo. Nemmeno troppo scontento.

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