Striscia la notizia dopo le accuse di razzismo: “Non ci scusiamo, facciamo satira”
Striscia la notizia replica alle accuse di razzismo piovute addosso ai conduttori Gerry Scotti e Michelle Hunziker dopo una gag in cui scimmiottavano pronuncia e aspetto fisico dei cinesi. Dopo le proteste partite dal profilo Instagram americano Diet Prada, che conta quasi 3 milioni di follower, l’ufficio stampa della trasmissione risponde alle contestazioni con una nota diffusa da Ansa:
Come ha detto qualcuno, la denuncia fa più ridere del siparietto improvvisato dai due conduttori. Striscia non chiede scusa perché è, e resterà, una trasmissione satirica e, come le trasmissione satiriche e comiche di tutto il mondo, politicamente scorretta. Scorretta, ma non quanto le iniziative pretestuose di chi pensa di ricattare aziende e marchi internazionali.
Le scuse di Michelle Hunziker e Gerry Scotti
Anche Michelle Hunziker e Gerry Scotti, in un’intervista congiunta rilasciata al Corriere della sera, si erano difesi. “Un secondo dopo averlo fatto ci siamo guardati con Gerry e abbiamo detto: non avremo mica toccato qualche sensibilità? La risposta è stata: ma nooo, si capiva che era solo un gioco, una cosa totalmente innocente. Mia figlia è stata oggetto di bullismo da quando era piccolissima per questo, figuriamoci se avrei mai pensato che fare quel gesto potesse essere un’offesa razzista. È surreale. Pensavo fosse un gioco, una caricatura, come quando imito il siciliano della nostra inviata Stefania Petix”, ha dichiarato la conduttrice.
“Se ho offeso allora ho sbagliato, ma anche io vorrei dire di non lasciarsi strumentalizzare da chi semina odio”, ha dichiarato invece Scotti, “E di stare anche attenti all’obbligo del politicamente corretto che sta investendo tutta la comunicazione: mi spaventa, suona molto di dittatura, di fascismo. Io per più di vent’anni sono stato descritto come il presentatore con la pancia, cicciottello o anche obeso e pelato. Ripeto, davvero la nostra totale buona fede ci aveva un po’ ottenebrati rispetto agli effetti che potevamo suscitare. Abbiamo chiesto scusa. Ora speriamo che possano ascoltare anche le nostre argomentazioni”.