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Stranger Things 3 è la stagione migliore: spassosa e inaspettatamente profonda

Tra ricche citazioni e momenti di grande empatia, la terza stagione di “Stranger Things” si attesta come la migliore opera di tutta la serie. È uno specchio dei sentimenti su tutte quelle cose importanti della vita, quelle che Stephen King, grande riferimento dei Duffer Brothers, localizzava come “troppo vicine al punto dov’è sepolto il vostro cuore segreto”. Ecco la nostra recensione della terza stagione di “Stranger Things”.
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Due anni per il terzo capitolo di "Stranger Things" su Netflix. Tanti, ma per quello che è stato il prodotto finale, possiamo dire che l'attesa è da considerarsi pienamente ripagata. I Duffer Brothers rimescolano le carte delle icone horror e sci-fi degli anni '80, ci riportano in un 1985 colorato, suggestivo e divertente. Gli ‘scary moments' non mancano, ma ogni sequenza trasuda quello spirito epico di autenticità e sentimento, tanto caro ai teenager di ieri, e che incontra ormai a pieno titolo anche il gusto di quelli di oggi. Complice una scrittura di grandissima dinamicità, la serie riesce ad evitare l'effetto deja-vù concentrandosi sulla caratterizzazione dei personaggi e su una orizzontalità della linea narrativa che ci permette di godere di momenti davvero spassosi (la relazione "suocero-genero" tra Hopper e Mike, su tutte) e profondi, più di quanto ci si possa aspettare.

Stranger Things 3: tutti gli omaggi e le citazioni

Continuano gli omaggi ai film dell'epoca. Da "La cosa" a "Blob", mescolando ancora una volta Stephen King e Steven Spielberg, la terza stagione di Stranger Things ha anche una maniacale attenzione per gli oggetti di scena. I dettagli fanno un capolavoro. E allora ecco che vedrete signore a bordo piscina sorseggiare lattine di Coca-Cola che espongono la bandella "New Coke", come nel 1985. Gli scaffali dei supermercati hanno i fustini di detersivi in auge in tutto il mondo in quegli anni. La musica diegetica presente nel film è presa dagli ‘on-air' dell'epoca e, occhio, le canzoni non sono le solite scontatissime e abusate da tutti. Non sarà difficile immaginare come "Stranger Things" continuerà ad occupare la gran parte delle discussioni nel settore, come nel tempo libero degli appassionati e fruitori del servizio.

Stranger things: la terza stagione è la migliore di tutte

Tra le ricche citazioni e i momenti di grande pathos, lo spettatore più maturo avrà modo di passare un'estate nel segno dei sentimenti perduti; lo spettatore più giovane aprirà il suo cuore alle storie che potrebbe vivere in una estate da ricordare, forse la migliore tra tutte. "Stranger Things" è anche questo nel suo essere un'opera derivativa, nel suo continuo rimando ai generi di quel tempo, ai suoi grandi narratori. È uno specchio dei sentimenti su quelle cose importanti, quelle che King rivelava in "Stand by me", opera tra le più saccheggiate dai Duffer Brothers. Quelle cose importanti che – e cito testualmente – giacciono troppo vicine al punto dov'è sepolto il vostro cuore segreto, come segnali lasciati per ritrovare un tesoro che i vostri nemici sarebbero felicissimi di portare via. La terza stagione di "Stranger Things" tocca quel punto del cuore segreto, lo fa divertendo, spaventando, emozionando.

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