Storia di Nilde Iotti: la lotta per le donne, l’amore con Palmiro Togliatti e l’adozione di Marisa
La docufiction di Rai1 "Storia di Nilde" con Anna Foglietta (qui l'intervista rilasciata a Fanpage.it) racconta la brillante carriera politica e l'intensa vita privata di Nilde Iotti a vent'anni dalla sua morte e a quarant'anni della sua nomina a Presidente della Camera. Il percorso politico di Nilde Iotti iniziò molto presto. Aveva 26 anni, quando aderì al Partito Comunista.
Gli esordi politici nel Partito Comunista
Nel 1946 Nilde Iotti diventò membro dell'Assemblea Costituente, che aveva il compito di elaborare la Costituzione. A lei fu chiesto di occuparsi della legislazione della famiglia. Nel 1962, entrò nella direzione del PC. Dal 1969, il Partito Comunista potè prendere parte anche alle sedute del Parlamento Europeo e fino al 1979, Nilde Iotti fece parte della prima delegazione italiana.
Prima donna Presidente della Camera
Nel 1979, Enrico Berlinguer fece il nome di Nilde Iotti come Presidente della Camera. Venne eletta e riconfermata per ben tre volte. Nel primo discorso, non nascose la sua emozione. Era la prima donna a ricoprire una carica tanto importante:
"Onorevoli colleghi, con emozione profonda, vi ringrazio per avermi chiamato col vostro voto e con la vostra fiducia a questo compito così ricco di responsabilità e di prestigio. Comprenderete la mia emozione per essere la prima donna nella storia d'Italia a ricoprire una delle più alte cariche dello Stato".
Intervistata dalla Rai, chiarì subito di volersi impegnare per ascoltare e risolvere i problemi dei cittadini: "Mi sforzerò perché il parlamento risponda il più possibile ai bisogni del Paese e viva i problemi del Paese, cercando di risolverli nell'interesse del popolo italiano". Durante la presidenza, che durò fino al 1992, fece in modo anche di revisionare i regolamenti parlamentari, sempre nell'ottica di una migliore gestione del lavoro al fine di aiutare il popolo:
"Si è ristabilita un'uguaglianza tra tutti i parlamentari. Tutti possono parlare fino a 45 minuti nella discussione per le leggi normali e fino a un'ora e mezza nelle leggi elettorali e costituzionali. Inoltre, potremo fare una programmazione dei lavori della Camera e non vivere soltanto alla giornata. La Camera dei deputati deve essere più rispondente ai problemi del Paese".
Le battaglie a favore dell'emancipazione femminile
Sono tante le battaglie che Nilde Iotti fece a favore delle donne. Nel 1946, le cittadine poterono votare per eleggere l'Assemblea Costituente. Nel 1948, la Costituzione con l'Articolo 3, sanciva la parità senza distinzione di sesso. Una svolta che la Iotti caldeggiò e della quale fu entusiasta. Il suo impegno politico a favore delle donne proseguì con diverse battaglie come quella per l'istituzione di una pensione e di un'assicurazione a favore delle casalinghe, per l'introduzione del divorzio, per la riforma del diritto di famiglia e per le norme sulla violenza sessuale.
La storia d'amore con Palmiro Togliatti
Era il 1946 quando Nilde Iotti conobbe e si innamorò di Palmiro Togliatti. Ecco come la politica raccontò il primo incontro: "Ho conosciuto Palmiro Togliatti alla Camera il primo giorno in cui si riunì l'Assemblea Costituente. Successivamente, andando alla riunione di gruppo, lo incontrai in ascensore. Da quella comunanza di lavoro, cominciò un sentimento diverso, che poi si sviluppò. Si sa rispondere alla domanda ‘Perché ci si innamora di un uomo?'. Io credo di no". La relazione venne osteggiata dagli stessi membri del Partito Comunista perché temevano potesse ledere l'immagine del partito. Togliatti, infatti, era sposato. Con la moglie Rita Montagnana, aveva un figlio Aldo, che soffriva di schizofrenia. La relazione divenne di dominio pubblico dopo l'attentato sventato da Palmiro Togliatti nel 1948. In quel momento, l'uomo era insieme alla sua Nilde. Intervistata da Enzo Biagi, la Iotti rimarcò le difficoltà riscontrate a causa dei pregiudizi sul suo conto:
"All'interno delle formazioni politiche, dei partiti, il rapporto tra un uomo e una donna, marito e moglie, è sempre visto con sospetto. Soprattutto se il marito è il capo. Il sospetto che la sua compagna possa fare politica solo per ambizione o per ragioni peggiori, è sempre presente all'interno di un partito e anche di quello comunista. Io l'ho sentito e non è stato facile per me superare questi ostacoli. Penso di avere avuto le spalle robuste in quel periodo e tutto sommato penso di aver vinto anche quella battaglia".
Nilde Iotti e Palmiro Togliatti restarono insieme fino al 1964, anno della morte del politico.
L'eccidio di Modena e l'adozione di Marisa Malagoli
Il 9 gennaio 1950, la storia d'Italia si macchiò di sangue. A Modena, la CGIL aveva indetto uno sciopero per protestare contro il licenziamento di centinaia di operai da parte delle Fonderie Riunite. Mentre i metalmeccanici si preparavano a occupare la fabbrica, gli agenti di polizia intervennero e spararono contro i manifestanti. Morirono sei operai, i feriti furono 200. Nilde Iotti e Palmiro Togliatti espressero la loro vicinanza alle famiglie delle vittime tramite un gesto concreto. Tra le persone decedute c'era Arturo Malagoli, operaio che aveva una sorellina di soli sei anni, Marisa. La coppia parlò con la madre della piccola, offrendosi di portare la bambina a Roma per permetterle di studiare. Negli anni a seguire, la adottarono. In un'intervista rilasciata al quotidiano Liberazione, Marisa ha raccontato:
"Dietro spinta dei miei fratelli e delle mie sorelle fu stabilito, con una specie di accordo reciproco, che io andassi a Roma a studiare. Quello dello studio era un mito dei miei fratelli che non avevano potuto andare oltre la quinta elementare: erano consapevoli che andare a scuola era il mezzo per cambiare la propria condizione. […] Tornavo regolarmente a Modena o qualcuno della mia famiglia veniva a Roma. Da allora ho vissuto sempre con Palmiro Togliatti e Nilde Iotti. Prima che io compissi i diciotto anni, Togliatti riuscì, con un'azione legale, a darmi il suo cognome. Infatti io mi chiamo Malagoli Togliatti. […] I rapporti tra le due famiglie sono rimasti sempre molto stretti. Anzi, paradossalmente, per Nilde, specie dopo la morte di Togliatti, i Malagoli sono stati quasi l'unica famiglia di riferimento".
Nilde Iotti è morta il 4 dicembre 1999
Nilde Iotti spese la sua intera vita per la politica. A novembre del 1999, tuttavia, si rese conto di non poter più lavorare. Eseguire in modo adeguato i suoi incarichi, le era reso impossibile dai problemi di salute. Il 18 di quel mese comunicò le sue dimissioni. La Camera dei Deputati, che per anni era stata la sua casa, la salutò con un lungo applauso. Il 4 dicembre 1999, Nilde Iotti morì a seguito di un arresto cardiaco. Aveva 79 anni.