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Stereotipi e razzismo, perché Apu è diventato un problema per i Simpson

Da ore si discute di una scena con la quale la serie animata ha replicato alla sua maniera alle critiche mosse dal documentario di Hari Kondabolu “Il problema con Apu”, che partiva dal personaggio dei Simpson per sviscerare il tema dell’emarginazione delle minoranze tramite l’utilizzo di stereotipi. La risposta controversa dei Simpson ha diviso l’opinione pubblica.
A cura di Andrea Parrella
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Da qualche giorno Apu, il personaggio di origini indiane dei Simpson gestore di un supermarket, è diventato un argomento di discussione molto dibattuto, nonostante sia uno dei caratteri storici della serie animata più famosa al mondo. Nelle scorse ore è andato in onda negli Stati Uniti "No Good Read Goes Unpunished", 633esimo episodio della storia dei Simpson, in cui gli autori hanno inserito una risposta diretta e controversa alle critiche mosse alla serie animata da un documentario del 2017 di Hari Kondabolu intitolato proprio "Il problema con Apu". Kondabolu è un comico di origini indiane e la sua invettiva contro i Simpson si basava sugli stereotipi che caratterizzano il personaggio di Apu: origini indiane, gestore di un supermarket, forte attaccamento alle sue origini e un accento marcato, per di più recitato da un attore bianco, che dunque non ha origini indiane.

L'episodio che ha generato la polemica

I creatori dei Simpson non sono rimasti a guardare, scegliendo Marge e Lisa come protagoniste della scena con cui hanno risposto, alla maniera dei Simpson, a Kondabolu. Nell'episodio in questione Marge Simpson costringe la famiglia a rinunciare alla tecnologia e decide, tra le altre cose, di leggere a Lisa un vecchio libro, che si rende conto tuttavia sia pieno di stereotipi che il senso comune non accoglie più come un tempo. Marge tenta dunque di correggerli, ma dopo questi accorgimenti Lisa si rende conto che i personaggi siano stati privati dei loro tratti e la storia sia troppo breve. Lisa dice quindi a Marge: "Qualcosa che quando iniziò decenni fa era apprezzato e considerato non offensivo, ora è ritenuto politicamente scorretto. Cosa ci possiamo fare?". Marge ammette di non saperlo e aggiunge: "Di certe cose ci occuperemo più avanti". E Lisa, amaramente, risponde "O forse mai". Di fianco al letto di Lisa, sul comodino, campeggia infine una foto di Apu, con tanto di dedica a Lisa: "Non mangiare una mucca, Apu". Per chi non avesse dimestichezza con i Simpson, il riferimento è al celebre episodio in cui Lisa, convinta da Apu (e dai Beatles) si convince definitivamente a diventare vegetariana.

La risposta del comico di origini indiane

La risposta degli autori della serie animata non ha suscitato reazioni molto entusiastiche, a cominciare proprio da Kondabolu, che ha commentato su Twitter: "Nel mio documentario ho usato Apu e i Simpson come un punto di accesso a un discorso più largo relativo alla rappresentazione dei gruppi emarginati e del perché questo discorso sia importante. La risposta dei Simpson di questa sera non è un colpo a me, ma a ciò che molti di noi considerano come progresso".

Favorevoli e contrari

A fargli da eco parte dell'opinione pubblica e della stampa americana, che ha giudicato codarda la scelta degli autori e sostenuto che la serie animata abbia definitivamente perso la strada maestra. Al contrario c'è stato anche chi ha apprezzato la linea adottata dai Simpson, ritenendola anzi una dimostrazione di coerenza. È fuori discussione che i Simpson siano nati e diventati grandi in un contesto culturale nel quale c'era una certa tolleranza verso certi tipi di stereotipi (a essere presi di mira non sono solo gli indiani, ma anche gli italo americani, i cinesi e chi più ne ha più ne metta). Il cartone si è sempre preso gioco delle tendenze, le mode e i costumi del tempo corrente, deridendo e facendo ironia su ogni tipo di luogo comune.

L'episodio di Master of None "Indiani in tv"

È tuttavia altrettanto chiaro che negli Stati Uniti (e non solo) sia cresciuta l'attenzione per il tema delle minoranze. In Italia è probabilmente meno sentito, per quanto la polemica potrebbe seguire lo stesso identico schema, visto che Apu è doppiato esattamente con lo stesso approccio. Non è la prima volta che negli Stati Uniti prodotti di cinema e tv affrontano il tema di come vengano trattate le minoranze nel mondo dello spettacolo. Un altro celebre stand up comedian americano, Aziz Ansari, aveva incentrato il quarto episodio della prima stagione della serie Netflix Master of None, dal titolo "Indiani in tv", su questo stesso argomento, con una scena che rende bene l'idea del sentire comune del tema tra gli indiani di seconda e terza generazione. Dev, il protagonista, aspirante attore di origini indiane, si rifiuta ad un provino di riprodurre un marcato accento indiano per interpretare un personaggio minore. La ragazza che lo sta esaminando, per convincerlo, gli fa: "Ben Kingsley parlava con un accento indiano in Ghandi e ci ha vinto un Oscar". E quello le risponde: "Sì ma non ha vinto l'Oscar per quello. Non era un Oscar per il miglior accento indiano". 

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