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Stasera che sera sul calendario di Sarah Scazzi: Giovanni Conversano si difende

Giovanni Conversano, tronista a Uomini e Donne, è intervenuto nella prima puntata di Stasera che sera per difendere la realizzazione del calendario su Sarah Scazzi, iniziativa di beneficenza che ha sollevato numerose polemiche. Ecco cosa ha detto:
A cura di Stefania Rocco
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Giovanni-Conversano

Il calendario di Sarah Scazzi ha sollevato numerose polemiche non solo da parte della popolazione di Avetrana ma anche rispetto all’opinione pubblica che si è scagliata duramente nei confronti della bizzarra iniziativa. Nella prima puntata di Stasera che sera, Barbara D’Urso ha invitato alcuni dei personaggi noti che si sono prestati a realizzare le foto che avrebbero composto i dodici scatti del calendario, invitandoli a esprimere la loro opinione circa quanto accaduto.

Il primo a entrare in studio è stato l’ex tronista Giovanni Conversano che ha presentato il calendario sulla piccola Sarah. L’ex beniamino di Maria De Filippi ha fornito la sua versione dei fatti spiegando che la scelta di utilizzare il nome di Sarah sarebbe stata presa in accordo con la famiglia della ragazzina e soprattutto con Claudio Scazzi che si è difeso dall’accusa di voler fare tv. La D’Urso ha dato la possibilità a Conversano di spiegare le sue motivazioni, nonostante fosse chiaro che, seppur per beneficenza, utilizzare la morte violenta della ragazzina che ha sconvolto l’Italia intera non è sembrato un gran gesto. La volontà di spegnere i riflettori su Avetrana, dopo le confessioni dello zio Michele e l’arresto di Sabrina Misseri, non è stata rispettata né lo sono state le richieste della Proloco locale che, qualche tempo fa, chiese l’annullamento del calendario.

Conversano ha ribadito che l’immagine di Sarah sarebbe stata utilizzata solo al fine di coadiuvare la buona causa, alla ragazzina tanto cara, di realizzare un canile che avrebbe ospitato i cani randagi della città. Il tutto, secondo l’ex tronista, per cancellare l’immagine negativa di Avetrana nel mondo. Se lo scopo era benefico, però, il teatrino montato intorno alla vicenda potrebbe non esserlo stato altrettanto.

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