Stamina, Le Iene si preparino alla gogna mediatica: solo così si salvano
Il caso Stamina è sicuramente uno dei fenomeni mediatici più interessanti degli ultimi tempi per svariati motivi, da quello per cui nasce, da come si sviluppa e prende forma, per finire con la forma che assume: un'immensa matassa dalla quale, prima di districarsi in un senso o nell'altro, buona parte degli astanti ha preferito affidarsi ad un credo per giudicare la questione e sentenziare in merito. L'organo divulgativo di Vannoni e della sua Stamina Foundation, su cui le indagini sembrano essere giunte ad un punto di svolta, è stato, come sappiamo Giulio Golia e il programma Le Iene, che qualche mese fa diede il via a questa complessa, coraggiosa a modo suo e probabilmente utilitaristica operazione di sponsorizzazione del metodo Stamina.
Un percorso che è andato probabilmente oltre le aspettative, nel quale il programma di Italia 1 si è fatto sostanzialmente prendere la mano. E così, in una dinamica psicologica e sociale fatalmente similare a quella che riguarda il M5s, Stamina è divenuta una sorta di credo, senza al quale ci si affida col fare di chi dice "non lo so se è così, ma secondo me sì perché è ovvio"; dall'altro lato una comunità scientifica incapace di imporre i valori deontologici sui quali si fonda perché carente della necessaria credibilità per farlo, causa un fare corporativo e poco disposto alla divulgazione (come se fosse, pure in questo caso, talmente ovvio che il Vannoni sia un cialtrone da non esserci nemmeno bisogno di specificarlo).
Al centro di questa vicenda Le Iene, il programma al quale oggi il sito Valigia Blu chiede quantomeno delle scuse, che da mesi si spende nel tentativo di far capire che quanto Golia mostrava in tv non fossetutto orocolato. Ed è così che si apre una disputa deontologica che non è più solo medica, ma giornalistica e mediatica, uno sturm und drang di fattori dal potenziale esplosivo inimmaginabile. Ma vale la pena di chiedersi come sia nato il tutto e quanti rischi corrano quelli de Le Iene, ora che una controbufera potrebbe travolgerli.
Il mio parere, uno che guarda Le Iene convinto della fallibilità possibile nella congiunzione tra il fare inchiesta e il fare ascolti, è che Giulio Golia non sia stato disonesto, o meglio che non fosse questo il presupposto di partenza. Credo che l'errore di Golia, e conseguentemente del programma, sia stato quello di non intuire che se avessero accettato di raccontare a fondo questa storia, in tutte le sue sfumature, e quindi di narrare anche l'aspetto scientifico, non avrebbero solo assolto ad un dovere professionale, ma non avrebbero nemmeno azzerato l'effetto di risonanza, anzi questi si sarebbe solo potuto amplificare. Era stata una grande idea, infatti, andare a scavare in una situazione poco chiara in merito alla quale ancora oggi, nonostante tutto, non si sa la medicina convenzionale a che punto sia. Il problema di Golia, e de Le Iene, il cui patron Parenti ieri affermava pretestuosamente di non aver mai pensato che la cura di Vannoni funzionasse con sicurezza, è stato quello di aver cominciato a crederci veramente, al punto di arrestarsi.
Credo all'innocenza del programma perché credo alla sua ingenuità, l'involontaria connivenza sviluppatasi nel corso dei mesi, senza rendersene conto, una rincoglionimento ben celato, come quella di chi comincia a frequentare una setta per semplice esperienza umana tentando di motivare poi il proprio coinvolgimento con un'infarinatura di belle parole. Sempre qualche settimana fa Davide Parenti reclamava un posto per Le Iene su Canale 5, visto il successo e gli ascolti. Ma se a Mediaset il criterio della promozione sulla rete ammiraglia fosse davvero uno scatto di merito basato sull'integrità nell'esercizio professionale, allora si potrebbe che sì, è giusto che Le Iene non passi su Canale 5. Ma poi ci immaginiamo che i criteri a Cologno Monzese non sono esattamente questi…
A questo punto è bene che Le Iene si preparino ad una specie di gogna mediatica, che sicuramente giungerà da qualche fronte. Mai come in questo caso, a dispetto di tutto il programma si gioca tutto. Se accetterà di ammettere l'errore, di esser stato parziale, e sarà bene che facciano così per dimostrare di avere la coscienza pulita, il programma potrà riabilitarsi. In caso contrario il rischio è di finire in una spirale che gli toglierà qualsiasi autorevolezza.