Spot tv tedesco: Berlusconi ostacola la libertà di stampa
Un altro duro colpo per il presidente Berlusconi: in uno spot della tv pubblica tedesca il premier viene indirettamente dipinto come ostacolo alla libertà di stampa italiana.
Già precedentemente una pubblicità svedese aveva calcato la mano sui possedimenti editoriali e televisivi del Presidente del Consiglio e delle leggi ad personam per difendere il suo ruolo di politico ed imprenditore. Ora anche le tv germaniche ARD e ZDF scagliano le loro frecce velenose al premier nella recente campagna tv a difesa della libertà di stampa in Germania. La pubblicità si eleva a vessillo della neutralità della tv pubblica, sostenuta dal canone come in Italia, ma a detta loro super- partes nell'informazione, soprattutto in quella riguardante i 5 gruppi politici principali del paese.
I giornalisti tedeschi, proprio recentemente, non si erano fatti problemi ad approfondire e marcare sullo scandalo dell'ex talentuoso ministro della difesa Guttenberg, accusato di aver copiato l'intera tesi di laurea. Lo stesso giovane politico del governo Merkel si dimise prontamente per evitare l'onta del disonore al suo paese e al suo gruppo. Per così poco (diremmo in Italia)!
E i tedeschi lo sanno bene: il presidente Berlusconi è ultimamente mira della satira politica dei paesi europei e non, e in Germania impazzano parodie e caricature del premier, implicato nel caso Rubygate. Che l'immagine del capo di governo non fosse idilliaca agli occhi dei tedeschi si era capito, soprattutto alla luce della loro compostezza e moralità. Ma lo spot di cui vi parliamo non tocca il premier sul "tallone Ruby", ma sulla questione della libertà di stampa. Per esaltare il valore tedesco dell'informazione, viene presentato il contraltare Berlusconiano, che a detta della tv pubblica del paese della Merkel non preservà la libertà di comunicazione e tenta di mettere il bavaglio ai cosìdetti nemici televisivi del premier.
La presunta missione fallita di Masi nell'arginare Santoro e compagni casca a fagiolo nella polemica: è importante ricordare anche la scomparsa televisiva temporanea di Luttazzi e dello stesso conduttore di Annozero, solo che il primo è ritornato in Rai, il secondo no. L'avversità tra i personaggi tv citati e Berlusconi inizia all'alba dei tempi e dopo un'iniziale duro oltraggio ai suoi nemici, il premier ha allentato le redini, concedendo più libertà televisiva.
Riguardo il caso Rubygate il presidente si è lamentato della violazione, comprensibile, della privacy riguardo le intercettazioni sul caso pubblicate dalla carta stampa. Gli interventi nel mondo delle comunicazioni italiano, e noi possiamo dirlo perchè ci siamo dentro, sono limitati ad una serie di paroliere minacce e avvisaglie, che se da un lato non mettono il bavaglio direttamente, sbagliano anche solo nel tentare di farlo. Anche se tutti vogliamo un'informazione di verità e non partitica: è questo il nostro reclamo ed è questa la libertà di stampa da difendere.
Se Berlusconi non chiede direttamente appoggi alla sua persona, i suoi alleati escono fuori dalle righe: ultima in ordine di tempo è la proposta della Mussolini sul licenziamento della Balti. La top model italiana sarebbe colpevole di opinioni avverse al premier, che a detta della deputata, offenderebbero la maggioranza degli italiani. Sarebbe meglio per la Mussolini che l'immagine della Balti venisse cancellata dallo spot Tim. E tutto questo per aver detto la sua!
Il premier sarà pure il capobanda di questi argini mediatici imposti all'informazione, ma non è il solo.