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Simone Mori, il doppiatore di Ross in Friends: “La reunion mi sembra un’operazione commerciale”

In occasione della puntata speciale di Friends che vede il cast riunito a 17 anni dalla fine della sitcom, abbiamo intervistato Simone Mori, doppiatore di Davis Schwimmer che per dieci anni ha prestato la sua voce al personaggio di Ross Geller. Ha spiegato a Fanpage.it cosa pensa della reunion e ha ricordato i tanti anni passati a doppiare Friends, quando faceva il tifo per la storia di Ross e Rachel.
A cura di Valeria Morini
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Dopo tanti anni di attesa, Rachel, Ross, Joey, Monica, Phoebe e Chandler tornano nella reunion di Friends in onda su Sky giovedì 27 maggio (e in streaming su NOW). Una puntata speciale che vede i sei attori Jennifer Aniston, David Schwimmer, Courteney Cox, Lisa Kudrow e Matthew Perry riuniti negli storici studi di Burbank 17 anni dopo, tra ricordi dei tempi della serie e ospiti speciali. Per l'occasione abbiamo intervistato Simone Mori, storico doppiatore di Ross Geller, che ci ha raccontato cosa pensa di questa scelta e dei dieci anni alle prese con uno dei personaggi più iconici della sitcom americana. La reunion è on demand su Sky e NOW dalle 9 del mattino, sottotitolata, e va in onda (con doppiaggio in italiano) alle 21.15 su Sky Uno e Sky Atlantic.

Siete stati chiamati per doppiare la reunion? Chi dà voce al personaggio di Joey, dopo la scomparsa di Vittorio De Angelis?

Si parlava da una vita di questa reunion. La versione italiana è in over sound, noi parliamo sopra la voce degli attori come nei documentari. A doppiare Joey è Massimo Bitossi, che presta la voce a Matt Le Blanc nella sua ultima serie (Papà a tempo pieno, ndr). Non sono d'accordo con questa scelta. Il doppiaggio è stato dato a un'altra società e non a quella che ha gestito Friends per dieci anni e hanno preso il doppiatore di Matt Le Blanc negli ultimi anni, quando forse era più opportuno prendere qualcuno che si avvicinasse alla voce di Vittorio De Angelis. Bitossi è un bravissimo professionista, non voglio offenderlo assolutamente, penso solo che dovrebbe cercare di andare dietro alla voce di Vittorio. D'altronde, non c'era alternativa.

Cosa ne pensi della reunion?

Mi sembra un'operazione molto commerciale. Sarebbe stato più carino fare una puntata con i personaggi che si ritrovano anni dopo. Forse non sono riusciti a trovare un accordo, o era un problema di cachet. Ci sono loro che si ritrovano negli studi di Burbank e parlano della serie, con vari ospiti. Da quello che ho letto, avrebbero preso 2 milioni e mezzo di dollari a testa. Mi sembra tanto, tanto un'operazione commerciale.

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Hai doppiato Ross per dieci anni, cosa puoi raccontarci di questa esperienza? Non è facile adattare i dialoghi di una sitcom (vedi il caso del tormentone "We were on a break", che in italiano perde il doppio senso tra ‘pausa' e ‘rottura' ed è stato tradotto con "Noi avevamo rotto!” o “Stavamo facendo una pausa di riflessione!”, ndr).

Abbiamo iniziato a doppiare questa serie non per l'Italia ma per la tv Svizzera, che poi vendeva gli episodi già editati alla Rai. Noi sottostavamo alle regole della tv svizzera, che era leggermente più bacchettona. Ci chiedevano di edulcorare molto. In originale erano molto più diretti, da noi era tutto non travisato ma edulcorato. Inizialmente la doppiavamo tutti insieme: noi [Eleonora De Angelis/Rachel, Barbara De Bortoli/Monica, Rossella Acerbo/ Phoebe, Vittorio De Angelis/ Joey, Massimo De Ambrosis/ Chandler, Simone Mori/Ross, ndr] siamo sei amici, a prescindere da Friends. Ci conosciamo da tempo e ci divertivamo molto. Eravamo fortunati a essere i primi a vederla in lingua originale! Era anche abbastanza faticoso perché è una sitcom spontanea, soprattutto il mio personaggio: Ross ha tanti balbettamenti, tentennamenti, non era facile andargli dietro.

Sinceramente, come pensavi che sarebbe finita tra Ross e Rachel?

Speravo che tornassero insieme! Ci siamo appassionati alla cosa, io e Eleonora (De Angelis, la doppiatrice di Rachel, ndr) per anni ci siamo chiesti: "Ma questi quando si mettono insieme?". Sinceramente non ricordo com'è finita, non mi pare che siano tornati insieme.

Sì, nell'ultima puntata tornano insieme!

Non me lo ricordavo, allora sono contento! L'ho vista in tv ma sono passati parecchi anni.

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Hai doppiato David Schwimmer anche in altri lavori tra cui Band of Brothers dove interpretava un ufficiale ottuso, un personaggio molto negativo. Com'è stato questo passaggio?

L'ho doppiato anche in alcuni film come Sei giorni sette notti, ma tendeva a fare sempre un po' Ross. In Band of Brothers era strano, perché dopo averlo doppiato per dieci anni in cui faceva lo "stupidone", facevo fatica a vederlo nei panni di questo personaggio molto cattivo. Spesso i personaggi ti si incollano addosso ed è forse questo il motivo per cui, a parte Jennifer Aniston che ha fatto successo (secondo me anche per motivi non professionali), hanno fatto tutti abbastanza poco. Il personaggio ti si appiccica addosso ed è difficile vederti in altri panni, anche se Schwimmer è un buon attore.

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Sei il doppiatore di tanti altri attori come John C. Reilly, Omar Sy o Seth Rogen: chi preferisci?

Il mio attore preferito è sicuramente John C. Reilly, l'ho doppiato in film meravigliosi come Carnage o Magnolia. Sono legato anche a Omar Sy, perché ha iniziato a recitare già grandicello e l'ho quasi sempre doppiato io. Seth Rogen mi diverte molto, perché nonostante sia molto più giovane di me abbiamo voci simili. Ha un cannone in gola, quello! E questo la dice lunga sulla sciocchezza che sta girando negli ultimi tempi, la moda secondo cui i neri devono doppiare i neri, i gay devono doppiare i gay, ecc.

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Mi hai dato il "la" per la prossima domanda: volevo proprio chiederti cosa pensi di questa tendenza, tu che hai doppiato attori di diverse etnie come appunto Omar Sy, ma anche Benedict Wong e Michael Peña. 

In Italia fa ridere il fatto che un nero debba doppiare un nero, ma per il semplice fatto che non abbiamo doppiatori neri. Se ci sono, ben vengano. Io ho doppiato diversi attori non caucasici perché ho una voce che in gergo chiamiamo "sporca", non cristallina, simile alla vocalità dei neri che, è vero, hanno una vocalità diversa. Non ho mai doppiato il principe azzurro, non posso doppiare il classico primo attore. Vittorio De Angelis, invece, aveva la classica voce da primo attore.

Hai mai incontrato Schwimmer, sai se ha apprezzato il doppiaggio?

Non ne ho idea, credo non sia mai venuto in Italia. Ho incontrato e conosciuto Gary Dourdan, l'attore che doppiavo in CSI (nel ruolo di Warrick Brown, ndr). Ho conosciuto Omar Sy quando è venuto in Italia, è stato molto gentile. Lui e Gary Dourdan hanno elogiato il nostro lavoro, definendolo straordinario, sono stati molto carini. Non so se con sincerità o per dovere!

Parliamo del doppiaggio di oggi, che richiede tempi sempre più veloci.

La cosa peggiore non è la velocità. Le uscite in contemporanea con gli Stati Uniti si facevano anche prima. La cosa gravissima, che è stata accentuata con il Covid, è il fatto di non andare più in sala di doppiaggio insieme. Siamo sempre da soli. Chi arriva dopo può riuscire a intonarsi sentendo l'incisione precedente, ma il primo che arriva non ha niente, deve immaginare come l'altro dirà la battuta. Speriamo di tornare alla normalità per essere almeno in due al leggio. Come fai a fare una scena d'amore senza nessuno accanto?

Tra l'altro con i blockbuster come la saga degli Avengers i doppiatori non possono neppure vedere i film.

Mi è capitato anche con Lincoln dove ho doppiato James Spader. Lo schermo è nero, quando parla il personaggio si apre un cerchio e vedi la faccia dell'attore. A fine battuta torna tutto nero. Terrificante! Mi è capitato anche di doppiare un mostro, a un certo punto dovevo fare dei versi. Ma non si apriva l'immagine, sentivo i suoi versi e non capivo se stesse sbranando qualcuno o cosa. Ho dovuto riprodurre i versi senza sapere cosa stesse facendo!

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