Siamo tutti pazzi di Lucifer, così Netflix ha rilanciato il signore delle tenebre
Sarà qualcosa che va oltre il fascino del male. Sarà che tutti amano i piacioni, i viveur, quelli che sanno godersi la vita senza stare troppo a badare a condizionamenti e conseguenze. Sarà che Tom Ellis ha dato volto a un personaggio indiscutibilmente accattivante, una calamita per le donne e un valido intrattenitore per gli uomini e sarà soprattutto che la terza stagione non poteva certo chiudersi con quel finalone aperto. Sarà per questo che "Lucifer" è oggi uno dei titoli Netflix più visti e discussi della settimana (dopo "Game of Thrones", ovviamente).
Dopo un'ottima prima stagione e una seconda che ne aveva consolidato il successo, la Fox ha cancellato la serie dopo la terza stagione, in cui si è forse esagerato con il piano degli episodi, 26 (la prima ne aveva 13, la seconda 18). Netflix ha ripreso il "franchise" con i suoi standard, nel bene e nel male, livellando a 10 episodi la quarta stagione. Il risultato? Il pubblico ne vuole ancora. E la quinta stagione del procedural tratto dalla geniale mente di Neil Gaiman, stando agli insider, è ormai solo una formalità. Così, la storia di Lucifer Morningstar, il nome mortale dietro cui si cela Lucifero, stanco di vivere e regnare all'Inferno e indirizzato verso un percorso di redenzione per amore della detective Chloe, l'unica che resiste al suo fascino e ai suoi poteri, è adesso sulla bocca di tutti.
Si legge spesso di critiche a Netflix, che avrebbe livellato verso il basso le sue produzioni lasciando di tanto in tanto qualche pietra preziosa. Netflix, anche in questo caso, ha avuto il grande merito di ridare vita a un prodotto che altrimenti sarebbe finito nel dimenticatoio, aumentandone bacino d'utenza. Così, "Lucifer" a tre anni di distanza dalla première, sta godendo di un nuovo slancio ed entusiasmo, anche grazie al passaparola. Non è una serie che si ricorda per l'originalità. Come detto, è un procedural che potrebbe tranquillamente ricordare CSI (d'altronde nasce con gli stessi soldi, quelli di Jerry Bruckheimer, che è il re dei drama e dei police procedural) ma grazie agli elementi esoterici, conserva un fascino che ingolosisce anche le bocche più fini.