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Game of Thrones, siamo tutti sceneggiatori con le serie degli altri

Sin dal primo episodio della nuova stagione, stiamo vivendo un clima ricco di valutazioni soggettive che riscopre, anche nello spettatore più distratto, una passione per la critica feroce. Così, mentre la pancia del pubblico voleva tutt’altro, la serie ci sta regalando delle vette indiscutibili di grande cinema. E forse non ce ne stiamo accorgendo.
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Nel momento in cui una serie raggiunge così tante persone, diventando un caso mondiale, è inevitabile che accada quello che stiamo vivendo in quest'ultima stagione di "Game of Thrones". Sin dal primo episodio della nuova stagione, ogni colpo di scena, ogni twist, ma anche un semplice e innocente dialogo, è diventato oggetto di valutazioni soggettive, riscoprendo anche nello spettatore più distratto una passione per la critica feroce. Ed è quindi inevitabile che tutti facciano le pulci agli autori, sulla base di quello che hanno sempre desiderato per i loro personaggi più amati, dall'ascesa al trono di Daenerys, magari a braccetto "core a core" con Jon Snow, fino alla violenta e tra mille sofferenze, morte di Cersei Lannister.

Questo quello che la pancia del pubblico di Game of Thrones chiedeva dalla quinta puntata dell'ottava stagione, "The Bells". Per fortuna, Benioff e Weiss ci hanno dato invece un'evoluzione dei personaggi che, siete liberi di fare la vostra obiezioni, personalmente ho trovato lineare, coerente e chiara "come un lago senza fango", per citare il compagno DeLarge. A parere di chi scrive, infatti, gli sceneggiatori stanno probabilmente disegnando il migliore die finali possibili. Partiamo da Daenerys. Si, lo so, è stato un colpo al cuore vederla trasalire e infischiarsene della resa della città, ma diciamolo senza troppi giri di parole: la Madre dei Draghi ha sempre mostrato di essere una Targaryen, sin da quando ha iniziato la sua crociata contro la schiavitù. Ad Astapor, come a Meeren, Daenerys ha usato forza, astuzia e crudeltà per ottenere la sua armata: solo che in quel caso, chi si anteponeva a lei non era caro allo spettatore. Complice anche lo scenario drammatico con i Lannister ad Approdo del Re e i Bolton a Grande Inverno, abbiamo forse dato troppo credito alla "distruttrice di catene" e adesso gli autori ci presentano il conto.

Altro grande svolta che è stato criticata dagli spettatori è la dipartita di Lord Varys. L'eunuco e maestro dei Sussurri ha fatto fino in fondo il suo lavoro, esaurendo il suo ruolo, inviando l'ultima informazione chissà a chi e a quanti ("Jon Snow è il legittimo erede al Trono di Spade") e cercando, consapevole del pericolo, di avvelenare la Regina (e chissà che non ci sia riuscito). Lord Varys, il Ragno Tessitore, è sempre stato al centro del gioco dei troni, architettando trame e puntando sempre al bene del regno. Lo ha fatto sempre rischiando la testa con i regnanti di turno ad ogni colpo di Stato: con l'ultimo, gli è andata male.

Arya Stark. Ammetto di essere rimasto anche io a bocca aperta nell'assistere alla scena in cui il Mastino le consiglia di tornare indietro e desistere dal suo desiderio di vendetta dato che "lassù c'è solo la morte". Eppure il suo personaggio si arricchisce ulteriormente con l'ennesima Odissea da mettere in curriculum. Il montaggio alternato tra quanto vive Arya e lo scontro fratricida che il Mastino ha con la Montagna è da storia del cinema. Lo è anche il materializzarsi del cavallo bianco, come se fosse lo stesso che stringeva tra le mani la piccola morta carbonizzata tra le braccia di sua madre poco prima, che porta via Arya dalla devastazione di Approdo del Re. Un finale epico.

Last but not least. Jaime e Cersei Lannister, la loro fine in una stretta mortale non ha soddisfatto le bocche buone. La pancia voleva Cersei, come detto in apertura, morire tra mille e più atroci sofferenze, magari proprio per mano di Jaimie, magari per mano di Arya, che però ha già fatto fuori il Re della Notte (e quindi, quanto prevedibile sarebbe una scrittura del genere?). La morte di Jaime e Cersei è una morte miserabile per due persone miserabili, che hanno scritto il loro destino sin dal primo episodio della prima stagione, lasciando cadere Bran dalla torre. La redenzione di Jaime è stata poi completa ed è lui ad assolvere da ogni peccato Cersei in quell'abbraccio: "Ci siamo solo io e te, il resto non conta". Non poteva esserci finale migliore per entrambi.

E adesso, come finisce? Nella miriade di teorie, profezie ancora da avverarsi e congetture da ogni latitudine, azzardo la mia, tanto siamo tutti sceneggiatori con le serie degli altri. La furia distruttrice di Daenerys potrebbe completarsi con una scena simbolica fortissima: la distruzione del Trono di Spade per opera di Drogon. Poi, la resa dei conti. La verità rivelata a tutto il mondo occidentale sulla vera identità di Jon Snow, la Regina avvelenata per mano delle ultime trame ordite da Varys. Nessuno che rivendica il Trono (anche perché non esiste più fisicamente) e Tyrion che procede all'instaurazione di un principio di democrazia. Che dite, può funzionare?

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