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Sgarbi dopo il flop: gli italiani degni di Ruby e Chi l’ha visto

Sgarbi risponde alle critiche dei giornalisti in conferenza stampa: gli italiani non avrebbero apprezzato la cultura che Ci tocca anche Sgarbi avrebbe veicolato. Il conduttore si difende dalle insinuazioni circa suoi avvicinamenti a Berlusconi, nel pre e post programma.
A cura di Marianna D Onghia
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sgarbi

La conferenza stampa di chiusura di Ci tocca anche Sgarbi ha visto il conduttore bersaglio dei giornalisti, accorsi in sala, dietro invito dello stesso sindaco di Salemi. Il fatto Quotidiano di Travaglio ha ripreso il tutto con le sue telecamere e tra le domande provocatorie e pungenti della stampa presente all'incontro, ci è scappato l'ennesimo litigio con il noto critico d'arte.

Vittorio Sgarbi ha esordito, partendo dal presupposto che gli italiani, snobbando il suo programma, hanno mostrato allo stesso tempo di aggirare la cultura e preferire Chi l'ha visto e affini, che indagano morbosamente su Melania Rea e casi simili. Non solo: Ci tocca anche Sgarbi sarebbe preferito dai telespettatori alle infinite puntate speciali su Ruby e Bunga Bunga, che rappresentano un'anomalia del mezzo stampa, per il critico d'arte. Alchè, un giornalista presente in sala fa sentire la sua voce, chiedendo a Sgarbi se per lui fare cultura sia parlare per 20 minuti con il figlio Carlo, in diretta tv, o far vedere i litigi televisivi, che hanno consolidato la sua immagine di opinionista scontroso, che sa come mettere a tacere i dibattenti.

Il conduttore ha sviato il discorso, tornando al fatto che l'Italia continua a preferire programmi come quello di Federica Sciarelli, piuttosto che i contenuti che, a suo dire, avrebbe espresso nella puntata flop di Ci Tocca anche Sgarbi. Un inviato della carta stampa, allora, gli chiede quale sia, per lui, il motivo di ascolti così bassi, nel parlare di cultura, quando Benigni, citando Dante, ha picchi di share e di ascolto pazzeschi: "allora devo imparare a fare il comico, così mi sentiranno", risponde ridendo il sindaco di Salemi. Al cantante Morgan, presente nella prima serata del programma non ha di certo fatto ridere: l'artista è stato spintonato dal conduttore, poichè sarebbe stato d'intralcio al suo monologo.

sgarbi_e_morgan

La tempesta in sala, però, è scatenata dalle accuse di un giornalista, che avrebbe con i suoi occhi visto Sgarbi e i suoi collaboratori recarsi dal presidente Berlusconi e il cronista insinua pesantemente che abbiano cercato favoritismi o appoggi: Sgarbi, prevaricando la voce del suo collaboratore, crede che il giornalista, come la stampa italiana in generale, con questo intervento abbia fatto dell‘"informazione criminale" e  risponde di esser stato dal premier per un brindisi augurale per il programma. Ci tocca anche Sgarbi piaceva a Berlusconi, perchè finalmente uno spazio tv non avrebbe toccato le sue vicende personali.

Ci tocca anche Sgarbi, non avrà parlato del Rubygate, ma avrà comunque alluso alla scorrettezza di alcuni magistrati nei tempi che corrono e, per coincidenza, il primo ad avere problemi con le toghe sembra proprio essere Berlusconi. E se è vero che il personale del premier non è stato toccato, il programma di Sgarbi ci è sembrato una difesa a oltranza della sua persona. Insomma, un carattere alquanto individualistico della trasmissione è venuto comunque fuori e non ci è sembrato fosse, almeno contornato, da sprazzi di cultura. Morgan avrebbe potuto parlare della sua musica, ma neanche ha potuto: a questo punto meglio Chi l'ha visto, che rispetta in pieno la tipologia nella quale il programma si prefigura, piuttosto che uno spazio che dovrebbe esser culturale, ma ha dimostrato di esser tutto fuorchè quello.

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