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Semprini saluta con l’amaro in bocca: “Tante critiche a Politics, alcune vergognose”

Il conduttore del talk che chiude dopo pochi mesi per ascolti bassi, si toglie qualche sassolino dalle scarpe con la stampa: “Hanno scritto che sfruttavamo i casi di malati di tumore e diabete, non vi dovete permettere”. Poi una frecciatina alla dirigenza: “Per le rivoluzioni ci vuole del tempo”.
A cura di Andrea Parrella
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Gianluca Semprini dice addio a Politics – Tutto è politica, il talk con il quale era sbarcato su Rai Tre a settembre. Difficoltà in termini di ascolti hanno portato la rete a chiudere il programma in anticipo, dopo che nelle scorse settimane la direttrice Daria Bignardi aveva annunciato un restyling del programma per il 2017. Un po' di amaro in bocca per il conduttore, che alla fine dell'ultima puntata sul programma si è preso due minuti per togliersi qualche sassolino dalle scarpe. Più che sassolini, dei veri e propri macigni:

Ho ricevuto una marea di critiche. Alcune giuste e legittime. Alcune ingenerose, altre vergognose. C'è stato un quotidiano che fino a metà giugno mi considerava un brano giornalista, poi appena ho firmato con la Rai sono diventato un servo del governo. E va bene, ci può stare. Altri hanno addirittura infiltrato una spia nella nostra redazione, chissà cosa dovevano scoprire. Alla fine hanno proprio esagerato: hanno scritto che noi sfruttavamo i casi di malati di tumore e diabete. Nella mia storia personale c'è un papà morto di tumore e una sorella morta di diabete: non vi dovete permettere. Non fate lezioni di moralità, vi prego.

"Per le rivoluzioni ci vuole tempo e coraggio"

Semprini non ha risparmiato una piccola critica alla dirigenza, che affiancandogli Duccio Forzano alla regia aveva puntato su Semprini per rivoluzionare il talk show politico, un formato televisivo sempre più in crisi, e lasciarsi alle spalle la stagione di Ballarò, prodotto di successo che dopo l'addio di Floris non era stato più lo stesso. Ma la pazienza, a fronte dei risultati da portare a casa, per Semprini è stata poca: "Con un sorriso amaro, dico alla direzione che mi ha voluto qui e che aveva annunciato la rivoluzione del talk: ci vuole tempo e coraggio per le rivoluzioni, non si può aver paura dopo i primi insuccessi. Capisco il clima e capisco il raggiungimento dei risultati, ma forse bisogna tenere un po' più il punto. Sono a disposizione e sono un dipendente della Rai. Anche su questo c'è stata polemica: venivo da Sky, avevo un contratto a tempo indeterminato e quando la Rai mi ha cercato ho chiesto un contratto a tempo indeterminato come avrebbe fatto qualsiasi lavoratore. Quindi chiedo anche ai colleghi di smetterla con questo veleno. Con la fine di Politics facciamo finire anche tutte queste critiche. Sono a disposizione perché, di fatto, sono uno che non ha mai avuto paura di lavorare. E dunque, riparto dall'ultimo gradino. Grazie e buonanotte".

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