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Se oggi il miglior giornalista italiano è il Gabibbo

Dai servizi finti montati ad arte alle linee editoriali che puntano alla “caccia contro i rom”, la redazione di “Striscia la notizia” continua ad assolvere pienamente al caposaldo del diritto di cronaca: quel dovere di verità realizzato mantenendo autonomia e credibilità, senza avere paura di sbugiardare anche gli stessi programmi Mediaset.
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Proprio così, a furia di "debunking" sulle storie del suo stesso editore, il Gabibbo sta seriamente rischiando di diventare il miglior giornalista che abbiamo in Italia. Un simbolo di una redazione intera, quella di Striscia la Notizia, che, in seno alla guida di Antonio Ricci, non ha paura di creare un polverone mediatico dentro lo stesso giardino di casa Mediaset. Del resto, l'impostazione di Striscia la Notizia è chiara dal 1988, da "voce dell'innocenza" a "voce dell'indecenza" nel giro di 27 anni: non si guarda in faccia a nessuno, soprattutto in casa propria. Così, dopo la cacciata di Fabio e Mingo, avendo accertato la costruzione di due servizi falsi, Striscia ha sbugiardato anche "Quinta Colonna" e "Dalla Vostra Parte", che avevano mandato in onda due servizi su truffe e violenze messe in atto dai rom, entrambi realizzati da Fulvio Benelli. Mediaset, così come Paolo Del Debbio, hanno immediatamente preso le distanze, facendo ammenda in due comunicati distinti, e annunciando il licenziamento del giornalista.

Messa così, quello che fa la redazione di Antonio Ricci, appare davvero merce rara. "Striscia la Notizia" riesce a fare un lavoro che, a provarci altrove si rischierebbe, nella migliore delle ipotesi, di beccarsi le peggiori accuse di "tafazzismo": due trasmissioni Mediaset puntano il dito e mettono in atto una vera e propria campagna d'odio contro le comunità Rom, "Striscia" interviene a gamba tesa, senza curarsi di andare contro gli interessi dello stesso editore. Difficile ricordare spunti simili nella storia recente. Un caso? Il falso testimone intervistato da Franco Di Mare nella trasmissione "Sabato & Domenica". Era il 2008 e, anche in quel caso, fu proprio "Striscia" a sollevare la questione. Nessuno in Rai, si sognerebbe di fare un lavoro di "debunking" su un'altra trasmissione che batte la stessa bandiera.

La "caccia al diverso" con servizi montati ad arte messa in atto da queste trasmissioni, sembra seguire una linea editoriale che punta all'indignazione facile che, tradotto nel pratico, punta a un aumento di share e ad una crescita del dibattito, social e non. E non è un caso che su tutti i servizi citati, in studio o su Facebook, c'è sempre Matteo Salvini pronto a rilanciare e a dire la sua. Il leader leghista, come è noto, sta fondando la maggior parte della sua campagna elettorale sull'immigrazione ed è, in questo momento, un personaggio estremamente popolare. Era presente a "Quinta Colonna" sul caso del "finto rom" che raccontava tutte le truffe che metteva in atto ed ha rilanciato sia il servizio di "Dalla vostra parte", che quello di "Mattino Cinque" con le due ragazze rom che confessavano la loro attività di ladre seriali. Un altro servizio "finto" smascherato, questa volta, dalla redazione di "Servizio Pubblico".

In questo scenario, "Striscia la notizia" assolve al caposaldo del diritto di cronaca, quello che è il dovere di verità, "obbligo inderogabile" per citare la stessa Carta dei Doveri, meglio di chiunque altro. Autonomia e credibilità del giornalista, ancora valori fondamentali e deontologici. "Belandi", e vi sorprende ancora pensare che il Gabibbo sia il migliore dei giornalisti italiani?

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