Santoro e Servizio pubblico in crisi con gli ascolti tv
Era partita con numeri da record e con un successo trionfale la nuova avventura di Michele Santoro in tv dopo l’espulsione dalla Rai. Come tutti sappiamo, Annozero è stato cancellato e Santoro non ha trovato un accordo con La7 ed è stato costretto a condurre la sua trasmissione, dal titolo Servizio pubblico, su una piattaforma multicanale di reti locali, su Sky e in streaming su vari siti internet.
Ma se inizialmente l’attenzione per Servizio pubblico era altissima, sia a causa della curiosità sia per i temi caldi trattati, legati alla crisi di Governo e alla caduta di Berlusconi, con il passare delle settimane i temi sono stati sempre meno interessanti e la novità del reietto Santoro ormai non ha molto fascino. Infatti analizzando i dati dell’ultima puntata andata in onda di Servizio pubblico, cioè quella dell’8 dicembre 2011, vediamo che il talk show di Michele Santoro è stato visto da 1.164.000 telespettatori con uno share del 4,99% ed è stato superato anche da Piazzapulita di Corrado Formigli su La7 che ha totalizzato un 1.341.000 spettatori con uno share del 6,18%. Calcolando che la prima puntata di Servizio pubblico aveva raggiunto il 12% di share è inevitabile capire l’entità della crisi degli ascolti e quindi dell’interesse degli italiani nei confronti di questo programma.
Le cause del calo di share di Servizio pubblico di Michele Santoro
Di certo il calo degli ascolti è stato provocato dal giorno festivo e di inizio ponte dell’Immacolata, ma sicuramente le ragioni sono molto più profonde. Forse proprio la mancanza di un forte nemico come era Berlusconi ha reso Servizio pubblico meno affascinante ma di certo i toni trionfalistici delle prime puntate ora sono spariti e non si da riferimento che attualmente Servizio pubblico sta diventando uno show di nicchia seguito solo da fedelissimi. Ma in molti hanno provato a spiegare la caduta di share e di ascolti facendo riferimento ad un problema del rilevatore dei dati Auditel che favorirebbe la Rai e Mediaset a discapito delle altre piattaforme televisive. Un’osservazione però nasce spontanea: se i dati Auditel non sono corretti quando segnano risultati non entusiasmanti, perché dovrebbero essere credibili nel momento in cui segnalano grandi successi? A voi la risposta.