Santoro ad Annozero critica la politica della televisione
Lo speciale di Annozero, andato in onda il 28 giugno 2011 e dedicato al mondo della pesca, era previsto da molto tempo ma non è stato per niente sponsorizzato dalla Rai soprattutto dopo la cancellazione di Annozero e tutte le polemiche dell'addio di Santoro dalla Rai. Ma mentre il reportage mostrato, dal titolo L'assassinio del mare e realizzato da Roberto Pozzan, è stato un interessante approfondimento sullo stato di salute del nostro mare e della pesca italiana, sottolineando lo stato di crisi del settore, Michele Santoro ha aperto il programma con la sua anteprima che non ha niente a che vedere con il mondo della pesca.
Michele Santoro, nell'ultima anteprima di Annozero, ha voluto parlare a ruota libera di politica, tv e soprattutto degli intrecci della politica e della televisione, anche recentemente venuti fuori con l'inchiesta sulla P4 e su Bisignani. E proprio parlando di Bisignani (che avrebbe avuto un ruolo importante nel gestire l'opposizione interna alla Rai contro il conduttore), Santoro ha voluto aprire il suo monologo:
Io credo che il potere accumulato da personaggi come Bisignani sia inversamente proporzionale alla loro intelligenza. Quelli come Bisignani gestiscono, in Italia, un potere che è fatto della capacità di accontentare i desideri di quelli che sono più potenti di loro. Per avere più potere loro e per poi poterne distribuire una quota parte a quelli che li attorinano per assecondare i loro disegni. Ed è per questo che in Italia il merito non è così importante. Perché o entri nel gioco di certi capobastone – un po’ come le ragazze entravano nel gioco del bunga bunga – oppure non diventi nessuno.
Quindi Santoro ha detto di non essere meravigliato se i giovani di oggi non hanno più fiducia nella meritocrazia, ciò è dovuto al fatto che hanno visto fin troppe volte che il potere è concentrato nelle mani delle lobby. E anche la televisione è gestita da queste lobby, come la recente inchiesta P4 con Luigi Bisignani sta mostrando. Santoro quindi ha sferrato una decisa critica alla televisione italiana:
La tv non ha parlato dei giovani così come veramente sono, perché non poteva ammettere che ci potevano essere altri mondi possibili diversi dal Grande Fratello. E guardate che non mi riferisco al programma televisivo, perché come programma televisivo anche io l’ho guardato più di una volta. Io mi riferisco proprio a com’è organizzata la televisione nel nostro paese. Una televisione a bassissimo costo. Molto seriale. L’unico miracolo di riciclaggio della spazzatura si è realizzato proprio in televisione. Facciamo la televisione che costa di meno in Europa ed è anche la più povera. Le droghe assunte in modica quantità fanno meno danni di certi bombardamenti seriali. Perché quelli sì, creano tossicodipendenza e la creano nelle fasce più esposte, le più deboli, le meno protette, ed anche quelle meno culturalmente attrezzate.
Santoro si è messo contro un certo tipo di tv che non vuole mostrare la realtà e vuole dare una lettura romanzata dei fatti: il conduttore ha sottolineato il fatto come faccia paura mostrare le proteste degli studenti o quelli dei lavoratori, perchè è quella la realtà del paese, un paese che è stanco ed esasperato. Il monologo è terminato con una sorte di profezia:
Lo dovrebbero capire tutti: un certo mondo è finito, una certa televisione è finita, e un certo mondo sta per cominciare. Ma se qualcuno, a destra o a sinistra, non lo vuole capire, ebbene: peste lo colga, come diceva Amedeo Nazzari.
In questo modo Santoro si è concedato dalla Rai, con amarezza e polemica: forse è proprio vero che è finito "l'anno zero" a cui faceva riferimento il titolo della sua trasmissione ed è iniziato un nuovo anno che sarà sicuramente diverso e speriamo migliore!