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Sandro Ciotti, speciale di Rai Storia a 10 anni dalla morte

Dieci anni fa, esattamente il 18 luglio 2003, moriva Sandro Ciotti, giornalista dalle doti immense che ha dato vita ad una scuola di radiocronisti sportivi e non solo. Rai Storia lo ricorda con uno speciale di RES, raccontando anche le sue passioni oltre allo sport, la musica prima di tutte.
A cura di Andrea Parrella
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Nel luglio 2003 moriva Sandro Ciotti, personaggio del quale concretamente non v'è bisogno di definizione alcuna. Un assoluto maestre di competenza sportiva, un uomo complessivamente dotato di una sconfinata cultura, quella che gli permise di essere un giornalista, prima dell'aggettivo "sportivo" allegato che ne completasse la nomenclatura. Assistere a quanto il mondo del racconto sportivo, la cronaca ed anche l'esegesi degli eventi, sia mutato rispetto agli anni radiosi della sua carriera, mette davanti al fatto compiuto di un cambiamento dei mezzi, dei supporti, nei confronti dei quali è curioso sapere come Ciotti si sarebbe rapportato.

I suoi colleghi, gli allievi, lo descrivono come un fuoriclasse ed in effetti non pare che questa definizione soffra di una oltremodo spinta miticizzazione. Quanto oggi fa più effetto, se non male, è assistere alla delegittimazione di quegli stessi colleghi, che sotto l'egida di Ciotti tentano di raccontare il calcio in tv, sofferenti di un lustro della Rai al di sotto dei minimi storici e forse anche di un anacronismo incolmabile. Una delegittimazione pur corroborata dall'insana passione che lo spettatore ha sviluppato per i cronisti urlatori, una schiera piuttosto folta fattasi strada nell'ultimo decennio.

Rai Storia dedicherà uno speciale intitolato Sandro Ciotti, un uomo solo al microfono, realizzato da Alessandro Chiappetta (che negli ultimi mesi si è distinto, tra le altre cose, anche per uno speciale molto bello dedicato a Massimo Troisi), questa sera alle 22,30. Per ricordare le gesta di un uomo che a modo suo, un modo mai banale, ha tentato di raccontare molti di anni di sport, non solo di calcio e che aveva dalla sua passioni altre, su tutte quella per la musica, che l'hanno reso anche autore e jazzista. Un racconto trasportato dalle testimonianze, "le voci" di alcuni colleghi, da Ezio Luzzi a Claudio Ferretti, e radiocronisti come Riccardo Cucchi e Bruno Gentili, ma anche Guglielmo Moretti, deus ex machina de Tutto il calcio minuto per minuto. In ultima istanza un consiglio, per gli affetti da romanticismo e non: le radiocronache, oggigiorno, continuano ad essere il modo più emozionante per seguire un evento sportivo, in primis una partita di calcio, interruzioni in galleria comprese.

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