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Rula Jebreal non va a Propaganda Live perché è l’unica donna ospite, lo era anche a Piazza Pulita

Quando la giornalista ha appreso da Instagram di essere l’unica donna ospite per la puntata di questa sera, ha declinato l’invito: “Come scelta professionale non partecipo a nessun evento che non implementa la parità e l’inclusione”. Ma anche a PiazzaPulita, il 9 aprile 2020, era l’unica donna.
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Si è sollevato il polverone del "politicamente corretto" anche contro Propaganda Live. Ma come, proprio loro?, è questa la reazione del mondo di Twitter e dei tanti fedelissimi del programma condotto da Diego Bianchi con Makkok. L'invettiva di Rula Jebreal li ha presi in pieno. Quando la giornalista ha appreso da Instagram di essere l'unica donna ospite per la puntata di questa sera, ha commentato proprio sul post pubblicato dal canale ufficiale del programma: "7 ospiti…solo una donna. Come mai?? Con rammarico devo declinare l'invito, come scelta professionale non partecipo a nessun evento che non implementa la parità e l'inclusione". 

La partecipazione a PiazzaPulita

Ma era il 9 aprile 2020 quando, forse complice il pieno della pandemia, le maglie dello schema etico-professionale di Rula Jebreal si sono allargate per partecipare a una puntata di PiazzaPulita, sempre su La7, dove era l'unica donna ospite – oltre alla presenza in studio di giornaliste della redazione – c'erano infatti Carlo Calenda, Alessandro Vespignani, Luca Ricolfi, Antonio Padellaro, Alessandro Sallusti, Silvio Garattini, Francesco Le Foche, Maxime Mbandà, Antonio Misiani, Luigi De Magistris, Giordano Riello, Filippo Moroni e Stefano Massini. Le posizioni possono cambiare da un giorno all'altro, figuriamoci in un anno, però il tempismo di Rula Jebreal per questa scelta e questa dichiarazione non sembra felice, soprattutto nei confronti di un programma come Propaganda Live.

Propaganda Live, un'istituzione a tutela di tutti

La redazione di Propaganda Live non ha replicato ufficialmente a Rula Jebreal e non è chiaro se questa sera sia confermata o meno la defezione della giornalista. È certo che portare uno dei programmi che rappresenta da tempo uno degli ultimi baluardi televisivi – se non l'ultimo – a difesa e a tutela di uomini e donne, soprattutto ultimi di questo mondo, in questa polemica che li accusa di essere discrezionali e contro l'inclusione appare scorretto, per non dire folle.

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