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Rocco Siffredi: “Mio fratello è morto a 12 anni e mia madre è impazzita dal dolore”

Ospite a Io e te di notte, la nuova versione del programma di Pierluigi Diaco in onda in seconda serata, il divo dell’hard ha raccontato la sua difficile infanzia, segnata dalla morte del fratello per epilessia. La madre non superò la perdita: “Si arrabbiava con me, mi spaccava i piatti in testa”.
A cura di Valeria Morini
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Non è stata affatto facile l'infanzia di Rocco Siffredi, segnata dalla morte prematura del fratello maggiore e dallo squilibrio della madre duramente provata da quel lutto. Il celebre attore hard ne ha parlato in un'intervista al programma  Io e Te di Notte. Lo show condotto da Puerluigi Diaco si è infatti spostato in seconda serata: va in onda ogni sabato a partire dalle ore 23:50.

Le crisi della madre dopo il lutto

Sollecitato di Diaco, Siffredi si è aperto su un argomento molto intimo e personale, come la dura reazione della : "Mia madre l’ho vista soffrire sempre. Una donna che perde un figlio di 12 anni per una crisi epilettica, io ne avevo 6, e tutto ad un tratto impazzisce". La donna non riuscì ad abituarsi alla perdita:

Mia mamma metteva da mangiare sul tavolo anche per mio fratello Claudio che non c’era più. Mio padre le chiedeva di smettere ma lei era sicura che sarebbe tornato. Quando mangiavo e avevo delle abitudini che ho ancora oggi, come mettere il pomodoro di lato sul piatto, mia madre prendeva il piatto e me lo spaccava in testa. Si arrabbiava, mi mordeva le braccia. Io però la guardavo con molta tranquillità e pensavo a quanto soffriva.

Rocco Siffredi ricorda la morte del fratello

Siffredi (che all'anagrafe si chiama Rocco Antonio Tano) ha raccontato anche il giorno in cui è morto, giovanissimo, suo fratello. Si tratta proprio del suo primo ricordo: "Sono all’asilo, mi vengono a prendere: non è come al solito mia sorella ma una vicina di casa. Mi porta a casa e io sento le grida sotto casa, mia madre che gridava. Allora salgo in casa, vedo che tutti tenevano mia madre e mio fratello era sdraiato sul letto già morto. Entro nella mia stanza, non capisco nulla: c’erano tutti i palloncini di un compleanno, li faccio scoppiare tutti. Da lì in poi mi ricordo la mia vita". Da allora, la storia della sua famiglia è cambiata in modo indelebile. In ogni giorno della sua vita, la madre ha fatto visita al figlio al cimitero, “un modo per salutarlo quotidianamente”.

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