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Roberto Benigni querela Report: “Notizie false e gravemente diffamatorie”

Dopo la messa in onda di un servizio sugli studi cinematografici di Papigno, trasmessa nonostante la diffida di Benigni, arriva anche la querela da parte del regista toscano e della moglie Nicoletta Braschi.
A cura di Valeria Morini
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Dopo la diffida, è arrivata la querela. Roberto Benigni e la moglie Nicoletta Braschi hanno deciso di procedere per vie legali contro il programma di Rai3 "Report", in merito a un reportage trasmesso nella puntata di lunedì 17 aprile. Nell'inchiesta, dedicato ai fondi stanziati dallo Stato a favore del cinema, si è parlato del fallimento degli studi di Papigno (Terni) che Benigni avrebbe voluto trasformare in una nuova Cinecittà.

I legali di Benigni e della Braschi avevano diffidato Report dalla messa in onda del servizio, che però è stato comunque trasmesso. Da cui la querela, sporta contro il conduttore Sigfrido Ranucci e l'autore del reportage Giorgio Mottola.

Nell'interesse dei sigg.ri Nicoletta Braschi e Roberto Benigni, sia in proprio che quali soci di Melampo Cinematografica S.r.l., comunico di aver ricevuto mandato di sporgere querela presso la Procura della Repubblica di Roma nei confronti dei dott.ri Giorgio Mottola e Sigfrido Ranucci, nonché di chiunque altro abbia con loro concorso o cooperato, in relazione alle notizie false e gravemente diffamatorie diffuse nel corso della puntata del 17 aprile 2017 della trasmissione Report.

Il servizio sugli studi di Papigno

All'interno di un più ampio resoconto sulla situazione economica del cinema  italiano, Mottola ha raccontato la storia degli studi umbri, situati all'interno di una fabbrica abbandonata di proprietà del Comune dove Benigni girò "La vita è bella" e "Pinocchio". L'ambizioso esperimento di Benigni La società di gestione dei teatri di posa accumula perdite per oltre un milione e mezzo di euro e il regista rischia di rimettercene cinque. Finché, a salvare Papigno arriva proprio Cinecittà Studios, l'impresa di proprietà di Luigi Abete, Aurelio De Laurentis e Diego Della Valle. Oggi il polo cinematografico umbro è in totale abbandono e i debiti di Papigno rischiano di essere pagati dai contribuenti, dal momento che Cinecittà si appresta a tornare in mani pubbliche.

La replica di Report

Tramite una dichiarazione rilasciata all'Ansa, è arrivata la replica del conduttore Sigfrido Ranucci:

Non abbiamo mai detto che Benigni ha usufruito di finanziamenti pubblici per ristrutturare gli studi di Papigno. I 10 milioni di fondi pubblici, citati dal sindaco di Terni, sono serviti per bonificare e sistemare il contesto intorno all'operazione. Il programma ha dato conto del fatto che Cinecittà Studios ha di fatto ‘rilevato' i 5 milioni investiti da Benigni nella società, pur pagandone solo 3,9 milioni, come ha precisato una nota del legale di Benigni che abbiamo letto. Abbiamo poi sostenuto che quel debito rischiamo di pagarlo noi, se dovesse andare in porto la trattativa per riportare Cinecittà sotto l'egida dello Stato.

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