Ritorna Che tempo che fa, ripetitiva formula vincente
In attesa del debutto, nemmeno troppo sperimentale di domani sera, in cui Roberto Saviano parteciperà a Che tempo che fa, ‘stasera è ricominciato il decennale programma, con Fabio Fazio alla conduzione. Non è cambiato molto ed è francamente fisiologico che un programma fortunato ed autorevole come questo resti su determinati canoni, senza modifiche. E' un appuntamento rilevante, che un pubblico molto vasto riconosce come imprescindibile. La variazione sta solo nella programmazione, scalata di un giorno, col programma che si è dato tre mesi di prova per le serate de lunedì.
Un programma giunto a potersi permettere momenti non troppo digeribili ad un orario televisivo come quello in cui Fazio vada in onda. ‘Stasera si è parlato di Chopin col maestro Maurizio Pollini, lanciandosi nell'ascolto in diretta di un preludio, per poi dedicarsi ad una conversazione con Corrado Passera, molto schematica per la verità, nella quale si è fatta una summa dell'operato del governo in questi ultimi mesi, sugli obiettivi e i traguardi raggiunti. In incontri di questo tipo, la simpatia che il conduttore prova a mescolare ad uno sfiancamento verso il personaggio pubblico o politico di turno, rischiano sempre di finire in un eccesso di compiacenza. Ma forse conta la differenza che passa tra un giornalista ed un intrattenitore.
Infine, la prima puntata di quest'anno si è conclusa con l'appuntamento classico della domenica insieme a Luciana Littizzetto, la cui partecipazione al terzo festival di Sanremo della carriera di Fabio Fazio, quello che si terrà il prossimo febbraio, non si mette in discussione. Sono tuttavia ancora poco chiare le modalità, i tempi e la tipologia di partecipazione con cui la Luciana nazionale prenderà parte alle kermesse canora. Così come d'altronde sono poco chiare le circostanze in cui apparirà Roberto Saviano. Ad ogni modo, Che tempo che fa resta una piccola isola felice della televisione italiana, seppure esistano i presupposti affinché il pubblico possa stancarsi di questa formula Letterman aspirante.
Il presenzialismo, da alcuni giudicato eccessivo, degli ultimi anni, prima con Vieni via con me e poi con Quello che non ho, potrebbero rendere stantio un prodotto che si preannuncia sempre come votato alla ricerca di una bellezza ed una qualità indiscusse. Resta abbastanza difficile apportare delle modifiche a questo tipo di format, che di certo non abbiamo inventato in Italia ma che, fatto con una certa sapienza, non si discute sia una formula vincente.