Rita Dalla Chiesa: “Fabrizio Frizzi è felicissimo di tornare in tv con me”
A 13 anni dal divorzio, Rita Dalla Chiesa e Fabrizio Frizzi potrebbero tornare presto in tv, conducendo insieme il programma "La posta del cuore". Intervistata dalla rivista "Nuovo", la presentatrice è apparsa entusiasta di questo progetto. Ha precisato, però, di non aver ancora firmato nulla:
“Non ho ancora firmato nulla, ma la voglia di partecipare a questo progetto è grande. Quando sono stata contattata ero in Sicilia, ma sono tornata apposta. Ne ho parlato con Fabrizio ed è felicissimo: lui sapeva già tutto!"
Ha spiegato, poi, che per lei non è prioritario apparire in tv. Per un certo periodo, ha pensato di fare l'autrice e di starsene, dunque, dietro le quinte:
"Non ho mai fatto altro che apparire in tv, ma l’apparire sullo schermo non è una mia priorità, non soffro di manie di protagonismo. Mi è mancato il lavoro, che è una cosa diversa. Io avevo ritrovato la mia serenità e accarezzavo l’idea di propormi come autrice, magari per Antonella Clerici o Maria De Filippi, perché so come scrivere e costruire una trasmissione. Non pensavo di tornare in video, ma francamente è difficile dire di no, soprattutto perché sarei al fianco di Fabrizio“.
Infine, le è stato chiesto come abbia reagito l'attuale compagna di Fabrizio Frizzi, alla notizia che avrebbero lavorato di nuovo insieme:
“Questo non lo so. Ma penso che non ci siano problemi: tra me e Fabrizio non ce ne sono mai stati e immagino che anche in questo caso sia così. Nella vita c’è sempre qualcosa da salvare e comprendere dell’altro. Io ho capito che la responsabilità di quando le coppie si spezzano non è mai da una parte sola. Se ci si lascia è perché anche noi abbiamo deluso, o non abbiamo riempito tutti gli spazi che l’altro aveva lasciato aperti. Quando si sta male si è talmente convinti di avere ragione che non si tenta nemmeno di capire le motivazioni dell’altro, e si sbaglia: è l’errore più grande che si possa fare. Credo che molti matrimoni si potrebbero salvare, se si avesse una maturità tale da accogliere e comprendere l’altro nel profondo“.